sabato 28 aprile 2007

Politica...ma quanto ci costi?!

Ed eccoci giunti alla patata bollente dei soldi pubblici.
Il bilancio comunale deve sostanzialmente mantenere la politica delle entrate, ma affinando la sua capacità di flessibilità rispetto alle fasce sociali più deboli e la sua capacità di erodere ulteriormente le aree di evasione fiscale. Ma come comportarsi? E' giusto chiedere alla città di contribuire al bene pubblico proporzionalmente alle proprie possibilità economiche, ed è tanto più doveroso, quindi, gestire i soldi pubblici versati dai contribuenti in maniera rigorosa e oculata. Per non parlare, poi, di quelle spese che troppo spesso coprono i cosiddetti “costi della politica” a cui è destinato lo 0,4% delle entrate tributarie dello Stato. A questo proposito noi diciamo: CONTENIAMO IL PORTAFOGLIO! E tale rigore va praticato anche negli enti di proprietà o emanazione comunale, che devono saper stare sul mercato senza abbracciare le discutibili ideologie del “privato a tutti i costi” e della crescente finanziarizzazione: la città deve essere responsabilmente chiamata a contribuire per continuare a controllare da vicino produzione e consumo di beni primari come l’acqua.

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