Una valutazione seria del fabbisogno urbanisticoProponiamo di ripartire da un’attenta valutazione del fabbisogno, quantitativo e qualitativo, veramente rapportato all’interesse generale dei cittadini e non solo al tornaconto di lobbies edili-immobiliari, ripensando previsioni superate o erronee, costruendo una razionale visione unitaria con i comuni della provincia che gravitano sul capoluogo, restaurando e recuperando all’uso civile il patrimonio già esistente di manufatti e di verde ed affrontando il problema dei servizi, pubblici e non, e delle dotazioni ambientali, oggi dislocati in modo disomogeneo sul territorio urbano e comunque spesso insufficienti. Un’urbanistica socialmente sostenibile deve essere anche strumento di welfare. In particolare il futuro delle aree dismesse dovrà essere orientato in modo inequivocabile al soddisfacimento del fabbisogno di verde pubblico, che oggi è inconfutabilmente disatteso sia riguardo agli aspetti della rigenerazione ambientale, sia della funzione ecologica, sia di quella ricreativa.
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