ATTENZIONE:
l'iniziativa è stata rinviata
a data da destinarsi
TEATRO DEI FILODRAMMATICI
NE DISCUTONO IN PUBBLICO CON L’AUTORE
ALFONSO BERARDINELLI e ANGELA BORGHESI
«Come spesso succede, anche per me in gioventù la lettura di romanzi è stata una passione dominante. Credevo che la mia
vocazione fosse quella di narratore. Fra le tante letture necessarie e caotiche, i miei interessi si sono comunque sempre più
concentrati su quegli autori e quei libri con cui sentivo di avere una particolare sintonia. In effetti, ora, mettendo insieme
questi scritti mi rendo conto che la parzialità delle mie scelte non è stata del tutto casuale: individua o indica molte mie reali
preferenze. Anche se alcuni sono stati commissionati da editori per collane economiche – cosa che spiega la forma e il taglio
delle pagine su Casanova, Stendhal, Dickens, Flaubert o il romanzo russo –, la necessità di un’esposizione piuttosto didascalica
la trovo tuttavia a me congeniale oltre che doverosa (e da essa mi sono distaccato solo in parte in altri testi).
Benché con il passare degli anni la scrittura d’invenzione mi abbia interessato progressivamente meno a favore di scritture
diaristiche, memorialistiche, storico-politiche, l’occasione editoriale mi ha sollecitato a tornare a certe mie passioni del
passato: il risultato è perciò non di critica letteraria in senso rigoroso, ma comporta la tendenza a leggere di preferenza quella
narrativa che illumina aspetti della storia sociale, verso i quali mi indirizzavano anche alcuni dei critici da cui mi è sembrato
di imparare di più, come Edmund Wilson, Lukács, Adorno, senza dimenticare la saggistica di scrittori come Baudelaire, Proust,
D.H. Lawrence, Orwell, Fortini... Più che dall'invenzione sono sempre stato attratto dalle testimonianze personali e dirette, dal
giornalismo di reportage e dall'autobiografia».
Piergiorgio Bellocchio (dalla Premessa a Un seme di umanità. Note di letteratura, Quodlibet 2020)
Piergiorgio Bellocchio (Piacenza 1931) ha fondato con Grazia Cherchi e diretto per oltre vent'anni i «quaderni piacentini»
(1962-84). Ha poi pubblicato «Diario», rivista “personale” interamente scritta con Alfonso Berardinelli (reprint integrale,
Diario. 1985-1993, Quodlibet 2010). Dal 1977 al 1980 ha diretto a Milano la casa editrice Gulliver. Ha collaborato a vari
periodici («Questo e altro», «Rendiconti», «Linea d’ombra», «Panorama», «Illustrazione italiana», «Tempo illustrato»,
«l’Unita»-Libri, «Paralleli», «King»), ha scritto prefazioni, voci per opere miscellanee, note di costume. Ha esordito come
narratore con tre racconti, I piacevoli servi (Mondadori 1966). La sua produzione critico-saggistica è raccolta in Dalla parte
del torto (Einaudi 1989), Eventualmente (Rizzoli 1993), L’astuzia delle passioni. 1962-1983 (Rizzoli 1995), Oggetti smarriti
(Baldini&Castoldi 1996), Al di sotto della mischia. Satire e saggi (Libri Scheiwiller 2007). Con Gianni D’Amo ha promosso a
Piacenza nel 2006 l’associazione Cittàcomune, tuttora in piena attività.
Alfonso Berardinelli ha insegnato Letteratura contemporanea all'Università di Venezia fino alle dimissioni volontarie nel
1995. Già redattore dei «quaderni piacentini» negli anni Settanta e primi Ottanta, con il solo Bellocchio è stato coautore di
«Diario» dal 1985 al 1993. Critico militante su diversi giornali e riviste, ha pubblicato tra l’altro: Il critico senza mestiere (Il
Saggiatore 1983), La poesia verso la prosa (Bollati Boringhieri 1994), L’eroe che pensa (Einaudi 1997), La forma del saggio
(Marsilio 2002 e 2008), Che noia la poesia (con H. M. Enzesberger, Einaudi 2006), Casi critici. Dal postmoderno alla mutazione
(Quodlibet 2007), Poesia non poesia (Einaudi 2008). Tra i suoi ultimi libri: Leggere è un rischio e Aforismi Anacronismi
(Nottetempo 2012 e 2015); Discorso sul romanzo moderno. Da Cervantes al Novecento (Carocci 2016).
Angela Borghesi insegna Letteratura italiana contemporanea all'Università di Milano Bicocca. Dopo le monografie
su Giacomo Debenedetti e Francesco De Sanctis, ha continuato a dedicarsi alla storia della critica letteraria con il volume
Genealogie (Quodlibet 2011). Ha pubblicato saggi su Caproni, Nove, Grisoni, Zanzotto, Fenoglio, Calvino. Ha colto e studiato la
profonda influenza di Simone Weil nell'opera di Elsa Morante e Anna Maria Ortese: ne sono nati il volume Una storia invisibile.
Morante Ortese Weil (Quodlibet 2015) e la raccolta di inediti e dispersi di Anna Maria Ortese Le Piccole Persone. In difesa degli
animali e altri scritti (Adelphi 2016). Nel 2018 ha pubblicato da Quodlibet L’anno della «Storia». 1974-75. Il dibattito politico
e culturale sul romanzo di Elsa Morante. Cronaca e Antologia della critica