"Bloggopolis"

La Piazza delle Idee nella Città del Dialogo

Le idee sono il motore di una realtà che vive e respira al di là della nostra sola mente. Ecco allora spuntare Bloggopolis, uno spazio contemporaneo per dar voce a una città saggia e antica che vuole parlare, dialogare e conversare del presente e del futuro. Una piazza in cui raccogliere, attraverso i vostri commenti, il 'sentiment' di una popolazione a volte silenziosa e timida, sicuramente generosa e propositiva. Una polis del nostro tempo, la cui piazza virtuale sia specchio di una città che ci sta a cuore. Piacenza ‘città comune’.


lunedì 30 aprile 2007

Liberté, Egalité, Fraternité...il perno della democrazia

L’impegno in prima persona di tutti noi è l’unica cosa sensata da fare per evitare le derive decisioniste, antidemocratiche, verticistiche, affaristiche, personalistiche della politica attuale. Politica che nella sua accezione più vera, alta e nobile deve regolare la comunità umana. Politica quale indispensabile ed unica arte del possibile e che, figlia della nostra cultura, ci accompagna per tutta la nostra esistenza, che ci deve aiutare a crescere, senza sovrastare né opprimere.

Per mia formazione e convinzione ritorno sempre a considerare che i principi ai quali s’ispira la scelta di essere e di stare a sinistra derivano in sostanza e ancora oggi dalle parole d’ordine della Rivoluzione Francese: “Liberté, Egalité, Fraternité”, chiarendo però che ognuna di queste è per me inscindibilmente legata all’altra, ed insieme sono il perno della democrazia.

Libertà senza Uguaglianza né Fraternità (e per estensione si può pensare alla fratellanza o alla solidarietà del genere umano, ma anche a quella col mondo animale e più in generale con l’intero pianeta) si trasforma facilmente in possibilità concrete solo per chi ha i mezzi e può permettersele.

Uguaglianza senza Libertà né Fraternità diventa spesso una caserma o il monumento all’appiattimento più ottuso. Si può pensare per certi versi all’esperienza di alcuni passati regimi dell’Est, ma appena si gira lo sguardo, anche qui da noi, si può vedere altrettanto nettamente la massificazione, la stupidità e la banalità che ci assaltano quando accendiamo la televisione a qualsiasi ora o quando consideriamo a cosa si sono ridotti i rapporti umani.

Infine, Fraternità senza Libertà né Uguaglianza si trasforma da sola in carità, magari pelosa, che non cambia lo stato delle cose e che comunque non contribuisce al riscatto di chi è, purtroppo, indietro.

Non vivendo nel migliore dei mondi possibili, ci battiamo per cambiarlo o almeno per pensarlo migliore. Francesco Serio


Consigliamo una video- intervista di repertorio a Norberto Bobbio: 'Che cos'è la democrazia?'

La raccolta differenziata...fa la differenza

Una soluzione al problema inceneritore c'è. Va avviato un percorso di riduzione dei rifiuti in modo che l'inceneritore sia sempre più inutile. Questo si può ottenere ottimizzando la raccolta differenziata con il porta a porta e usando la pesatura dei vari rifiuti. Questo permetterebbe la cancellazione della tassa sulla metratura della casa e sui componenti famigliari, introducendo un pagamento solo sui rifiuti indifferenziati prodotti. Insomma, oltre al vantaggio di una salute al riparo da diossine, il beneficio di un borsellino che piange un pò meno. Inoltre, la raccolta differenziata salirebbe a percentuali molto più alte e questo è già successo nei Comuni che hanno sperimentato questa pratica. Un esempio su tutti è la città di Novara, in cui nel giro di poco tempo si è passati al 68,8% di raccolta differenziata, totalizzando guadagni ragguardevoli e l'eliminazione del mostro, ovvero l' inceneritore. Con buona pace dei cittadini.
Certo è che la quotazioni in borsa di Enìa (attuale gestore degli impianti di smaltimento dei rifiuti) non aiuta, anche perché si rischia di creare un business attorno ai rifiuti e all'inceneritore, alla faccia della nostra salute e dei nostri interessi. Senza dimenticare, poi, che 5 anni fa Reggi aveva detto: "stop alle privatizzazioni". Noi ce lo ricordiamo! Andrea Chiappini

L'Inceneritore!

Video - 'Non hanno scuse', Incontro con il Sindaco Reggi e il Presidente della Provincia Boiardi (Amici di Beppe Grillo - Piacenza)

Nella legislazione italiana gli inceneritori (noti anche come termovalorizzatori) sono classificati come industrie insalubri di classe prima. A Piacenza ne abbiamo uno che ci sta col fiato sul collo! Che brucia, brucia e brucia. E di spazzatura ce ne restituisce...
Perché ne parliamo con una vena polemica? Innanzitutto perché nelle emissioni degli inceneritori possiamo distinguere 3 grandi gruppi di sostanze: metalli pesanti, diossine e polveri sottili, tutte altamente nocive per la salute umana, in questo caso la nostra.
Per essere ancora più precisi, tra le sostanze emesse dagli inceneritori e considerate cancerogeni certi per l’uomo troviamo: arsenico, berillio, cadmio, cromo, nichel, benzene e diossina. Aggiungiamo che gli effetti dannosi si riscontrano ben oltre la popolazione che risiede vicino agli inceneritori, perché le sostanze tossiche si diffondono nell’ambiente ed intaccano la catena alimentare. A tale riguardo sono da correlare a questo tipo di inquinamento ambientale l’aumento di incidenza del diabete, i disturbi della tiroide, l’infertilità e tutti i tumori ormonocorrelati, come quello della mammella e della prostata, disturbi della sfera riproduttiva, aumento di aborti spontanei, malformazioni congenite, disturbi a carico del sistema immunitario, aumento di linfomi e sarcomi.
Per la nostra salute e quella dei nostri concittadini, vogliamo avere voce in capitolo e decidere cosa è meglio per noi. Perché la vita conta. Andrea Chiappini

Confronti Tv, D'Amo c'è...e si vede!

Showtime! Buona la performance di Gianni D'Amo al primo confronto su Telelibertà tra i candidati a Sindaco di Piacenza per le Elezioni Amministrative 2007. "Ha colpito anche la dialettica del candidato Gianni D'Amo (appoggiato da 2 liste civiche di centrosinistra), che è riuscito a dimostrare di avere idee molto chiare e concrete, con il limite - certamente migliorabile con un po' di allenamento televisivo - di sembrare un po' troppo professore" (da Piacenza Night del 29 aprile 2007). Non bucherà lo schermo come Brad Pitt, ma in fondo D'Amo non sta certo girando un film. In altre parole, stiamo nella Realtà!

Scuola, sensibilizziamo l'opinione pubblica!

Un tema da porre all’ordine del giorno è senza dubbio la scuola. Cittàcomune (la lista, l’associazione) non può non sforzarsi per operare in tal senso, cioè nella direzione di una mutazione (stavo per dire rivoluzione) culturale nei confronti della pubblica istruzione. Oggi la scuola è schiacciata da un eccesso di burocratismo che fa dell’insegnante un passacarte, e da una serie di luoghi comuni eterogenei e tuttavia perniciosi. Il danno è stato fatto anche dai governi di centrosinistra e forse il più grosso (tra i danni fatti) è stato quello di spingere sull’autonomia, come se questa via rappresentasse la risoluzione di tutti i mali. Il risultato – sappiamo – è che il successo di una scuola si misura dal numero di utenti (fra un pò saranno clienti?) ai quali solo il dirigente scolastico è tenuto a rispondere.
Ancora: chi ha la ventura di insegnare in una media conosce l’assoluta inadeguatezza dell’accoglienza riservata agli alunni stranieri. Ciò conduce alla malcelata sopportazione di situazioni obiettivamente difficili, con naturalezza imputate proprio a loro, gli immigrati, anche da insegnanti solitamente di buona volontà. E’ molto facile, su questa strada, scivolare nell’intolleranza. D’altro canto, classi numerose e sempre più eterogenee, di obiettiva difficile gestione, conducono alla ricerca di facili capri espiatori. Il punto è, quindi, quello di agevolare l’ingresso dei ragazzi immigrati ottenendone un reale inserimento: il simulacro di corsie d’ingresso, affidate quasi sempre alla sola buona volontà di operatori a volte eroici, lascia il tempo che trova, così come lascia il tempo che trova parlare di scuola moderna, europea, quando gli edifici stessi risultano nell’80% dei casi inadeguati: aule anguste, buone per 15 alunni, destinate ad ospitarne 25; spazio vitale inesistente; acustica da mercato rionale. Vogliamo poi parlare dei programmi? Del pedagogismo d’importazione (Ahi! La scimmia pedagogica, come l’ha giustamente chiamata qualcuno), per cui anche una poesia diventa un cubo di legno da smontare e rimontare?
In sostanza, la scuola va ripensata e soprattutto – finalmente – va considerata risorsa sulla quale investire una quota importante di Pil, non le briciole. Cittàcomune, associazione plurale e disincantata, cui non importa essere demagoga e neppure buonista, se ne occupi da par suo. Per come può e per quanto può. Stefano Raffo

domenica 29 aprile 2007

Disabili, diversamente abili o esigenze diverse?


Fig. - Barriere architettoniche a Piacenza.

La parola disabile ha mano a mano rimpiazzato, nel segno della spesso ipocrita ma comunque 'politica' correttezza, altri termini sicuramente meno raffinati ma comunque più concretamente riferiti agli impedimenti contro cui la persona interessata si deve scontrare, e non solo per la condizione che le è stata data di vivere, ma sovente anche per la mancanza di strutture, a livello sociale, che la possano agevolare. Parliamo delle purtroppo famose barriere architettoniche. Marciapiedi impraticabili, mezzi pubblici assolutamente inadeguati, traffico frenetico, edifici dagli ingressi ancora inarrivabili per certuni ed ancora, troppe, strutture private ed esercizi pubblici impraticabili che rendono impossibile al cosiddetto disabile la fruizione dei minimi servizi che lo possono fare sentire una persona e un cittadino a pieno diritto. E alla stessa stregua vengono “segretamente” emarginati anche coloro che hanno acquisito un differente modo di esercitare le loro abilità, perché il tempo è passato sottraendo loro vigore e sicurezza: gli anziani, nostri padri, nostri nonni, nostri vicini, nostri maestri di vita. Benché un dono sia sempre ben gradito, non basta garantire loro l’accesso incondizionato e gratuito ai mezzi pubblici: se le persone oggetto del dono hanno problemi di deambulazione, come potranno utilizzarli?
È davvero ora che la demagogia o i pietismi linguistici lascino spazio ad una forse più nuda, ma sicuramente più attenta e quindi umana attenzione delle esigenze di tutti, anche quelle di cui tanto si parla a livello astratto senza agire concretamente affinché la “differenza” voglia ancora dire “ricchezza” e non “emarginazione”. Francesca Pisani

Percezioni distorte

Video - 'No wonder our perception of beauty is distorted'. (Trad. Non stupiamoci se abbiamo una percezione distorta della bellezza .)

La gran parte della nostra società è attraversata da malesseri generati da una percezione distorta del sè, esteriore e interiore. Queste persone siete voi, siamo noi. Incrociamo gli sguardi passeggiando per i vicoli della città, scambiamo due chiacchiere al bar sorseggiando un caffé. I più vulnerabili sono i giovani. A loro dedichiamo questo filmato. Perchè appoggiamo la campagna per la vera bellezza, www.campaignforrealbeauty.com. Quella autentica di donne e uomini che sono parte del nostro presente. Quella che illumina ognuno di noi al di là dell'età e della razza, del naso storto o delle orecchie a sventola. Evolversi e avere una percezione di sè in senso autentico è il contributo più grande che possiamo dare a noi stessi e alla società in cui ci muoviamo. L'accettazione parte dal proprio io. E in una 'cittàcomune' questo io diventa noi.

Partecipare, non solo a parole

Marco Gelmini ci credeva fortemente, appoggiava le Circoscrizioni nella convinzione che fossero un reale strumento di mediazione tra il cittadino e le sue problematiche e l’Amministrazione Comunale. Dopo di lui troppi sono stati i pareri chiesti a tali organi istituzionali solo DOPO che le decisioni erano state già prese, svilendone il ruolo e minando la fiducia che i cittadini avevano riposto nei loro consiglieri; troppe le promesse elettorali disattese, forse non in modo premeditato ma sicuramente considerando davvero poco le condizioni ed i vincoli preesistenti. Tutto questo non può essere definito partecipazione. Un buon sindaco e dei buoni amministratori condividono le decisioni, fanno le cose, a volte sbagliano, si correggono e imparano, esattamente come ogni altro cittadino. Quando, come qualche volta capita, diventano davvero bravi e come tali sono percepiti dalla città, è perché sono cresciuti, insieme, comunità e amministratori, governanti e governati. Il decisionismo autoreferenziale e le scorciatoie portano quasi sempre in un vicolo cieco. Non lasciamo più ai pochi le decisioni importanti, quelle che si riflettono sull’ambiente che ci circonda, la nostra salute e la vivibilità della città.
Partecipare dobbiamo tutti, anche tornando a rivendicare il diritto a poterlo fare con strumenti congrui, nel rispetto della volontà dei cittadini e tramite un costante dialogo con loro. Francesca Pisani

Qualche bene è proprio comune

Video - Servizio Tg1 sulla campagna 'Acqua Bene Comune'.

Aria e acqua sono di tutti: costituiscono la base stessa della possibilità di vita e non possono essere in alcun modo assoggettate a logiche di mercato. Fonti energetiche e territorio, che nel mondo globale si scambiano in modo crescente come merci qualsiasi per produrre profitto, al pari di aria e acqua (per cui è stato redatto il Contratto Mondiale sull'Acqua) non sono inesauribili. Ai poteri pubblici, ognuno nella sua sfera di competenza, tocca la responsabilità di preservarli strategicamente come beni collettivi, mettendo in secondo piano le convenienze immediate e gli interessi particolari. Ai cittadini quella di contribuire al raggiungimento dell’obiettivo comune, praticando stili di vita con esso compatibili. È trasformando il modo di viverla e governarla, che possiamo consegnare al futuro una città rigogliosa e palpitante. E una Piacenza in cui aria e acqua siano di tutti, perché tutti se ne prendono cura!
Per aderire alla campagna nazionale 'Acqua pubblica, ci metto la Firma!' basta andare su www.acquabenecomune.org

sabato 28 aprile 2007

Politica...ma quanto ci costi?!

Ed eccoci giunti alla patata bollente dei soldi pubblici.
Il bilancio comunale deve sostanzialmente mantenere la politica delle entrate, ma affinando la sua capacità di flessibilità rispetto alle fasce sociali più deboli e la sua capacità di erodere ulteriormente le aree di evasione fiscale. Ma come comportarsi? E' giusto chiedere alla città di contribuire al bene pubblico proporzionalmente alle proprie possibilità economiche, ed è tanto più doveroso, quindi, gestire i soldi pubblici versati dai contribuenti in maniera rigorosa e oculata. Per non parlare, poi, di quelle spese che troppo spesso coprono i cosiddetti “costi della politica” a cui è destinato lo 0,4% delle entrate tributarie dello Stato. A questo proposito noi diciamo: CONTENIAMO IL PORTAFOGLIO! E tale rigore va praticato anche negli enti di proprietà o emanazione comunale, che devono saper stare sul mercato senza abbracciare le discutibili ideologie del “privato a tutti i costi” e della crescente finanziarizzazione: la città deve essere responsabilmente chiamata a contribuire per continuare a controllare da vicino produzione e consumo di beni primari come l’acqua.

Lunga VITA al Centro Storico


Le Chiese storiche, il Teatro Municipale, Palazzo Gotico, Palazzo Farnese, la Biblioteca Passerini Landi, le piazze e gli splendidi palazzi privati con i loro giardini. Piacenza può vantare un centro storico che rappresenta il suo più rilevante patrimonio culturale e materiale: esso va amorevolmente conservato, curato e valorizzato. Progettare e far vivere questi splendidi spazi, deve diventare una grande opportunità di rilancio anche economico della città. A tal fine va pienamente attuata la legge regionale istitutiva dei Piani di valorizzazione commerciale come strumento di coinvolgimento attivo degli operatori economici anche del centro. Il rilancio e la rivitalizzazione del centro storico devono accompagnarsi a un progetto di insieme per impedire che certe zone via via più periferiche continuino ad essere “non luoghi” privi di identità e con una qualità dei servizi e della vita scadente: il rilancio della Piazza storica non confligge con l’obiettivo di una città delle Cento piazze.

Piacenza, una città accessibile

Con l’adozione del Piano urbano del traffico l’amministrazione uscente è positivamente intervenuta sul nodo della viabilità. Lo sviluppo del sistema delle tangenziali, la sostituzione del sistema semaforico con quello delle rotatorie, l’allargamento della Ztl e l’inserimento di nuove aree pedonalizzate, l’impulso dato alla realizzazione di piste ciclabili indicano una direzione di marcia da confermare e migliorare. Ma a questo complesso di provvedimenti non si è accompagnato il supporto decisivo dell’incremento dei parcheggi scambiatori a Nord della città e del Piano del trasporto pubblico urbano, incentrato su un sistema di bus-navetta per accedere alla città storica. Alla città entro le mura si deve accedere – per chi non vi abiti o non debba caricare/scaricare merci – a piedi, in bicicletta, con mezzi pubblici. Perché una tale scelta non sia vissuta come una vessazione, bisogna creare le condizioni concrete che consentano, alle migliaia di piacentini che quotidianamente si recano in centro, di poterlo fare agevolmente, a bassi costi e in tempi brevi. Spetta innanzitutto al Comune dare il buon esempio, utilizzando per il trasporto pubblico e i servizi comunali mezzi pubblici non inquinanti, e adatti per dimensioni alla città medioevale e rinascimentale. Al perseguimento di tale obiettivo strategico, vanno orientate le scelte politiche e di bilancio non solo di Tempi (Spa e Agenzia), ma dell’amministrazione comunale nel suo complesso.

Donne, una grande risorsa da valorizzare

In linea con la Carta Europea per l'Uguaglianza e la Parità di Uomini e Donne nella Vita Locale, sentiamo il dovere morale e sociale di restituire alle donne che lo desiderano il pieno diritto ad avere figli, la concreta possibilità di conciliare la maternità e i compiti di cura, che ricadono ancora largamente sulle spalle femminili, con il mantenimento di un lavoro e di un reddito (sul quale la presenza di uno o più figli incide in modo rilevante). È un patrimonio di intelligenza e competenze che rischia oggi di essere seriamente compromesso – o fortemente ridimensionato – se non si affronta per tempo il nodo delle risorse finanziarie necessarie a farlo vivere e sviluppare. Aumentare i posti nei Nidi comunali, incrementando la qualità e allargando la fascia di coloro che possono accedere alle rette medio-basse, esige una forte volontà politica non solo locale, ma anche una battaglia culturale per affermare il carattere sociale (e non a domanda individuale) dei servizi alla prima infanzia. Nella prospettiva di conciliare maternità e vita lavorativa, va poi proseguita la ridefinizione degli orari della vita cittadina, tenendo conto delle esigenze delle donne in generale e delle madri in particolare: negozi, uffici pubblici, servizi sociali, strutture dello svago e del tempo libero.

venerdì 27 aprile 2007

Verde, ossigeno per la mente


Piacenza vive e respira insieme a noi, con strade e palazzi popolati da storie quotidiane, le nostre, e oltre la finestra una storia che non ci piace. Il verde diventa grigio, rosa, giallo, comunque intonaco e cemento. E l'idillio s'interrompe. Non serve essere ecologisti né ambientalisti. Basta avere una coscienza e la voglia di prendere una boccata d'aria per capire che ogni uomo ha bisogno di ossigeno. Noi scegliamo una Piacenza dalle vene verdi. E tu che città vuoi?

D'Amo dixit...

"Siamo attori con sensibilità diverse. Ma questa è la nostra forza. La forza del dialogo , contro il turpe decisionismo dei passati cinque anni, contro gli slogan elettorali e la demagogia di questi tempi. Vogliamo fare di Piacenza una comunità corresponsabile nella costruzione del proprio futuro, puntando sulla partecipazione reale dei cittadini." (da La Cronaca del 22 aprile 2007)

'Siamo nati per far pensare i piacentini'

"Non sono un candidato da seconda repubblica, un paio di comizi li voglio fare". E il primo lo ha fatto ieri Gianni D'Amo, in occasione dell'apertura della sede elettorale in via Santa Franca. A giudicare dal caloroso applauso che ha fatto rimbombare le quattro mura del Punto D'Amo, gremito da molti volti "mai visti prima" è stato detto, i suoi comizi potranno accendere le piazze portando il dialogo politico a livello dei cittadini "che non sono analfabeti come li tratta qualcuno" ha aggiunto. [...] E ha rivolto un appello agli organi di informazione "affinché entrino di più nel merito delle questioni dibattute in consiglio e fuori, perché facciano capire ai cittadini di cosa si sta parlando e puntino meno sulle polemiche" in modo da formare un'opinione pubblica critica e puntuale. (da Libertà del 22 aprile 2007)