
Il bilancio comunale deve sostanzialmente mantenere la politica delle entrate, ma affinando la sua capacità di flessibilità rispetto alle fasce sociali più deboli e la sua capacità di erodere ulteriormente le aree di evasione fiscale. Ma come comportarsi? E' giusto chiedere alla città di contribuire al bene pubblico proporzionalmente alle proprie possibilità economiche, ed è tanto più doveroso, quindi, gestire i soldi pubblici versati dai contribuenti in maniera rigorosa e oculata. Per non parlare, poi, di quelle spese che troppo spesso coprono i cosiddetti “costi della politica” a cui è destinato lo 0,4% delle entrate tributarie dello Stato. A questo proposito noi diciamo: CONTENIAMO IL PORTAFOGLIO! E tale rigore va praticato anche negli enti di proprietà o emanazione comunale, che devono saper stare sul mercato senza abbracciare le discutibili ideologie del “privato a tutti i costi” e della crescente finanziarizzazione: la città deve essere responsabilmente chiamata a contribuire per continuare a controllare da vicino produzione e consumo di beni primari come l’acqua.
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