
In linea con le direttive di Roma, al D'Amo Point si levano i manifesti con la faccia del Prof, si chiacchiera del più e del meno, fumando una sigaretta, stringendo mani e amabilmente sorridendo a coloro che sono intervenuti. Tutto è pronto per il dibattito. Gli oratori si siedono, i giornalisti afferrano taccuino e penna.
GianCarlo Bolici introduce il pannello di discussione:
Stefano Pareti,
Giuseppe Caldarola e
Gianni D’Amo. Brevi interventi, pochi voli pindarici, tanta concretezza e semplicità. Si respira apertura perché dialogare è la parola d’ordine in un mondo che spesso straparla e a tratti inveisce soltanto. Si parte dallo stupore di Stefano Pareti alla notizia dell’attuale
chiusura del Comune di Piacenza alla cittadinanza, dai battenti serrati di un edificio che invece dovrebbe significare accoglienza, quindi partecipazione e intervento dei cittadini alla res publica. Le parole di Stefano Pareti aprono la strada a un discorso più politico e mirato, eloquentemente esposto da Giuseppe Caldarola (SDI), intervenuto a sostegno della candidatura di Gianni D’Amo nelle ormai prossime elezioni amministrative di Piacenza. Caldarola ne approfitta per lanciare la palla al candidato sindaco e alle due liste che lo sostengono nell’avventura elettorale, invitando tutti quanti a riflettere sulla possibilità di una forza liberalsocialista, riformista, ancorata nel socialismo liberale europeo, ma che nasca e prenda spunto proprio dalle realtà locali. D’Amo raccoglie l’invito alla riflessione,
parlando di realtà locali come di tanti importanti
laboratori in cui elaborare a livello pratico la necessità di un riformismo nazionale, cercando inoltre di recuperare idee e ideologie in una chiave di lettura che sia moderna. Per parlare, ora più che mai, a una platea di anime spesso scoraggiate e disilluse.
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