SIMONE WEIL, TESTIMONE DI VERITA’
Tre conversazioni sulla pensatrice francese, nel centenario della nascita
Piacenza, Teatro dei Filodrammatici
via Santa Franca 33
"Cittacomune" propone tre incontri per conoscere la vita e le opere di Simone Weil (1909-1943). Il primo con Giancarlo Gaeta ("Simone Weil e la critica della politica", 9 ottobre); il secondo con Guglielmo Forni Rosa ("Nazionalismo, colonialismo, totalitarismo: la testimonianza attiva di Simone Weil, 12 novembre); il terzo con Piergiorgio Bellocchio e Alfonso Berardinelli ("La presenza di Simone Weil nella cultura italiana", 9 dicembre)
Simone Weil (Parigi, 1909 - Londra, 1943) nacque in un’agiata famiglia ebraica laica e assimilata e fu allieva del filosofo Alain. Laureatasi in filosofia, giovanissima cominciò a insegnare, venendo tra l’altro a contatto con gli ambienti del sindacalismo di base francese. Sin dai primi anni Trenta, maturò e rese esplicita una critica radicale del totalitarismo e dello stalinismo, interrogandosi a fondo sulle condizioni di una liberazione reale della classe operaia e più in generale degli uomini. Seminari, collaborazioni a riviste, viaggi, letture filosofiche e politiche, partecipazione alle lotte sindacali si intrecciano nella vita di questa ventenne tanto fragile quanto incontenibilmente vitale. Coerentemente con i suoi interessi spirituali, nel 1934-35 abbandonò l’insegnamento della filosofia per fare l’operaia, prima alle Officine Alsthom e poi alla Renault. Nel ‘36 partecipò all’esperienza del Fronte popolare in Francia e poi alla Guerra civile spagnola nelle file repubblicane. Nel corso di un viaggio in Italia, avviò una profonda riflessione religiosa, che l’accompagnerà fino alla precoce morte, senza tuttavia trattenerla dall’impegno personale e incondizionato nella Resistenza contro il nazismo. Abbandonata la Francia con i famigliari per sfuggire alla persecuzione antisemita, lasciò la sicura New York per collaborare con l’organizzazione di De Gaulle a Londra, da dove chiese con testarda insistenza di essere paracadutata in Francia, “in prima linea”, e dove consumò le residue energie a scrivere un testo per la ricostruzione politica d’Europa su nuove basi.
Simone Weil è una pensatrice di eccezionale profondità e lucidità, introdotta in Italia dalle edizioni di Comunità con la pubblicazione tra il 1952 e il ‘56 di tre libri fondamentali (La condizione operaia, La prima radice, tradotti da Franco Fortini, e Oppressione e libertà). Nei decenni a noi più prossimi Giancarlo Gaeta ha tradotto per Adelphi gran parte dei suoi scritti, inclusi i quattro ponderosi volumi di Quaderni.
Per Simone Weil teoria e prassi non sono mai separate. Ad ogni pensiero deve seguire una condotta coerente. Non c’è sua pagina che non implichi il problema di «come vivere»: innanzitutto per questo, la sua opera e testimonianza di vita ci sembra imprescindibile per orientarci nel presente.
primo incontro VENERDI' 9 OTTOBRE 2009 ore 21
Simone Weil e la critica della politica
NE PARLA E DISCUTE CON I PRESENTI Giancarlo Gaeta
Giancarlo Gaeta è nato a Roma nel 1942 e insegna Storia del Cristianesimo antico presso l’Università di Firenze. Ha pubblicato studi sul Nuovo Testamento e di storia dell’interpretazione delle Scritture, nonché saggi sul pensiero filosofico e religioso del Novecento. Nel 2008 ha pubblicato Le cose come sono. Etica, politica, religione (Libri Scheiwiller). Ha curato una nuova versione de I Vangeli (2006 Einaudi, n.e. Tascabili, 2009), con ampio commento storico-critico. Tra i massimi studiosi italiani di Simone Weil, ha tradotto e curato per Adelphi l’edizione italiana dei Quaderni (quattro volumi) e di numerosi altri suoi scritti. Dirige la collana “Le vie” presso l’editrice Marietti, per la quale ha recentemente curato l’antologia: Simone Weil, Pagine scelte, 2009.
secondo incontro GIOVEDI' 12 NOVEMBRE 2009, ore 21
Nazionalismo, colonialismo, totalitarismo
La testimonianza attiva di Simone Weil
NE PARLA E DISCUTE CON I PRESENTI Guglielmo Forni Rosa
Guglielmo Forni Rosa, nato a Bologna nel 1938 e docente di Filosofia morale presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Bologna, è di recente approdato alla narrativa con tre libri editi da Mobydick (La vita sotterranea, 2009, Perduto, 2007, L'internamento di Nietzsche e altri racconti, 2007). Studioso di fenomenologia ed ermeneutica e, nell'ambito della cultura francese, di J.-J. Rousseau, ha pubblicato numerosi studi e saggi di filosofia della religione, con particolare riferimento al Modernismo. Nei primi anni Novanta ha partecipato con Pier Cesare Bori e Giancarlo Gaeta al gruppo Simone Weil di Bologna, esperienza a cui si collega, almeno in parte, il suo volume Simone Weil. Politica e mistica (Rosenberg & Sellier, 1996) ripubblicato in questi giorni. E' autore di "La privazione del passato", saggio introduttivo a Simone Weil, La colonizzazione e il destino dell'Europa, appena uscito da Marietti.
terzo incontro MERCOLEDI' 9 DICEMBRE 2009, ore 21
Simone Weil e l’Italia
NE PARLANO E DISCUTONO CON I PRESENTI
Piergiorgio Bellocchio, Alfonso Berardinelli, Gianni D’Amo
Che cos’è stata l’Italia per Simone Weil? E cos’è stata per l’Italia Simone Weil? Quale la sua presenza nella cultura italiana dal dopoguerra a oggi? Queste le domande al centro della conversazione di mercoledì 9 dicembre 2009.Simone Weil ha conosciuto direttamente l’Italia in due viaggi del 1937 e 1938. Apprezza la bellezza e l’arte, la musica e il canto, ma soprattutto l’umanità degli italiani che incontra: ce ne parlerà Bellocchio, leggendo e commentando quella sorta di "diario italiano" che la Weil ci ha lasciato in forma di lettere (alcune si trovano in Cinque lettere a uno studente, La Locusta, Vicenza, 1990 e 1997). Berardinelli e D’Amo si occuperanno della presenza e influenza dell’opera weiliana nel nostro paese: dalle prime traduzione di Fortini per le edizioni di Comunità negli anni Cinquanta, al saggio di Augusto Del Noce del 1962 su "Simone Weil interprete del mondo di oggi" (in L’amore di Dio, ed. Borla); dalle tracce del suo pensiero nella riflessione del movimento operaio e della nuova sinistra, al prezioso lavoro intrapreso sin dagli anni Ottanta da Giancarlo Gaeta, forse il più acuto e autorevole interprete della Weil oggi, ben al di là dei meriti come traduttore e divulgatore italiano.
Piergiorgio Bellocchio ha fondato con Grazia Cherchi e diretto per circa vent’anni “Quaderni piacentini” (1962-1984). Ha esordito nella narrativa con I piacevoli servi (Mondadori, 1966). Dal 1985 al 1993 ha pubblicato “Diario”, rivista redatta con il solo Alfonso Berardinelli. La sua produzione critica e saggistica è raccolta in vari volumi, tra cui: Dalla parte del torto (Einaudi, 1989), Eventualmente (Rizzoli,1993), L’astuzia delle passioni (Rizzoli, 1995), Oggetti smarriti (Baldini&Castoldi, 1996), Al di sotto della mischia. Satire e saggi (Libri Scheiwiller, 2007).
Alfonso Berardinelli ha insegnato Letteratura contemporanea all’Università di Venezia fino alle dimissioni volontarie nel 1995. Ha pubblicato tra l’altro: Il critico senza mestiere (Il Saggiatore, 1983), La poesia verso la prosa (Bollati Boringhieri, 1994), L’eroe che pensa (Einaudi, 1997), La forma del saggio (Marsilio, 2002 e 2008) e, con H. M. Enzesberger, Che noia la poesia (Einaudi, 2006). I suoi ultimi libri sono: Casi critici. Dal postmoderno alla mutazione (Quodlibet, 2007); Poesia non poesia (Einaudi, 2008). Di prossima pubblicazione da Marsilio, L’intelligenza degli intellettuali? Metafisici, tecnici, critici. Di Bellocchio e Berardinelli sta per uscire da Quodlibet la ristampa integrale dei dieci numeri di “Diario”.
Gianni D’Amo, insegnante di Storia e Filosofia al liceo statale di Codogno (Lodi) e consigliere comunale a Piacenza, è tra gli animatori dell’associazione politico-culturale “cittàcomune”. Per Dieci libri. Letteratura e critica 2007-2008 (a cura di A. Berardinelli, Libri Scheiwiller, 2008) ha scritto: “Il saggismo morale di Bellocchio” e “L’ombra lunga della guerra". Intervista a Guido Crainz”.
Nessun commento:
Posta un commento