"Bloggopolis"

La Piazza delle Idee nella Città del Dialogo

Le idee sono il motore di una realtà che vive e respira al di là della nostra sola mente. Ecco allora spuntare Bloggopolis, uno spazio contemporaneo per dar voce a una città saggia e antica che vuole parlare, dialogare e conversare del presente e del futuro. Una piazza in cui raccogliere, attraverso i vostri commenti, il 'sentiment' di una popolazione a volte silenziosa e timida, sicuramente generosa e propositiva. Una polis del nostro tempo, la cui piazza virtuale sia specchio di una città che ci sta a cuore. Piacenza ‘città comune’.


giovedì 31 maggio 2007

Tigri vere, tigri di carta

“Come non c’è nessuna cosa al mondo che non abbia duplice natura (questa è la legge dell’unità degli opposti), così l’imperialismo e tutti i reazionari hanno anch’essi duplice natura: essi sono tigri vere e tigri di carta nello stesso tempo. Nel passato, le classi dei proprietari di schiavi, dei signori feudali e la borghesia, prima della loro conquista del potere e per qualche tempo dopo, erano vigorose, rivoluzionarie e progressiste; erano tigri vere. Ma col passare del tempo, dato che i loro antagonisti, la classe degli schiavi, la classe dei contadini e il proletariato, diventarono gradualmente più forti, lottarono contro di essi e diventarono sempre più formidabili, queste classi dominanti si trasformarono gradualmente nel loro opposto, diventarono reazionarie, diventarono arretrate, diventarono tigri di carta. Alla fine sono state o saranno rovesciate dal popolo. Le classi reazionarie, arretrate e decadenti, anche di fronte all’ultima lotta a oltranza con il popolo, conservano questa duplice natura. Da un lato, da vere tigri, divorano gli uomini, li divorano a milioni e a decine di milioni. La causa della lotta popolare attraversa un periodo di difficoltà e di sofferenze, le si presenta una strada piena di tortuosità. Il popolo cinese, nella lotta per eliminare in Cina il dominio dell’imperialismo, del feudalismo e del capitalismo burocratico, ha dovuto spendere più di cento anni e decine di milioni di vite, prima di arrivare alla vittoria del 1949. Guardate, queste non erano forse tigri vive, tigri di ferro, tigri vere? Ma alla fine esse sono diventate tigri di carta, tigri morte, tigri di soia quagliata. Questi sono fatti storici. C’è forse chi non li ha visti né li ha uditi? In verità, ce ne sono migliaia e decine di migliaia. Migliaia e decine di migliaia! Dunque, a esaminare l’imperialismo e tutti i reazionari nella loro sostanza, da un punto di vista a lunga scadenza e strategico, si deve considerarli per quello che sono in realtà: tigri di carta. Su questo, noi costruiamo il nostro pensiero strategico. D’altro canto, essi sono anche tigri vive, tigri di ferro, tigri vere e mangiano gli uomini. Su questo noi costruiamo il nostro pensiero tattico.”
Mao Tse-tung

martedì 29 maggio 2007

Invito

Cittadini, l'ora della riscossa è scoccata, la sinistra sta rinascendo, araba fenice, costruiremo una grande arca, e partiremo alla conquista di spazi verdi e di fiumi dai pesci volanti. Città racchiuse nei loro confini da solide mura profumate dal lavoro e dalle grida gioiose di bambini felici. Specchi a rubare luce ed energia dal sole, mulini con ampie pale rotanti al vento cordiale e generoso, su stabilimenti attivi, pieni di lavoratori ebbri di poesia e di speranza.Il futuro apparirà alle nostre spalle dolce e compiuto nell'ordine delle cose e dei fatti, e noi saremo là oltre il passato, oltre il futuro, nell'eterno.

Sconosciuto francese del 19 secolo, in ricordo dell'amico socialista

3,21% alle comunali, 100% tutti i giorni



Siamo così...grazie per averci appoggiato! Della nostra percentuale a queste elezioni e soprattutto dei 1920 elettori che hanno dato fiducia all'avventura targata Gianni D'Amo faremo TESORO.
(Foto di Sergio Ferri)

lunedì 28 maggio 2007

Conta che ti passa...

Siamo tornati ai piani alti, i telefoni trillano e le voci animano la nostra sede. I dati tardano ad arrivare, le proiezioni sono ancora in alto mare...le dichiarazioni si sprecano e i giornalisti sembrano schegge impazzite. Noi, quindi, abbiamo deciso di aprire una bottiglia di vino rosso, sprofondare nei dolcetti al cioccolato, rilassare gli animi, e soprattutto non abbandonarci al profluvio di parole, limitandoci, nelle nostre quattro mura, a recuperare i dati in tempo reale e verificarne la veridicità.
Noi restiamo qua...e il Damello vi saluta!


Per seguire lo scrutinio in tempo reale cliccate qui

sabato 26 maggio 2007

Il 27 e 28 maggio vota per una

CittàComune





Non sceglierci solo per le nostre parole, ma per la nostra storia.
Leggi i nostri profili e scopri il nostro entusiasmo
http://www.cittacomune.com/candidati.html

venerdì 25 maggio 2007

Perle in Tempi Bui

Un naufrago alla deriva su un relitto che si arrampica sulla cima dell’albero ormai fradicio.
Ma di lassù egli ha la possibilità di dare un segnale che lo può salvare.

Walter Benjamin a Gerhard Scholem, 17 aprile 1931

Benjamin scoprì sin dal 1913 che i boulevard [di Parigi] sono costituiti da case che “non sembrano fatte per abitare ma paiono quinte di pietra, attraverso cui si cammina” (Lettere, 3). La città, nella quale è ancora possibile viaggiare circolarmente superando antiche porte, è rimasta in tutto e per tutto una città medievale, rigidamente chiusa nelle sue mura e protetta da incursioni esterne: una zona interna, ma senza le strette strade medievali, un intérieur all’aria aperta costruito e progettato in modo generoso, in cui il firmamento funge da maestoso soffitto. “Qui la cosa più sorprendente di ogni arte e di ogni attività è che esse conservano nel loro splendore le poche vestigia di originale e di naturale” (Briefe I, 421). Certo, esse vi infondono un nuovo lustro. Sono le facciate uniformi, che costeggiano le strade come antiche mura, a dare un senso fisico di riparo maggiore rispetto a qualsiasi altra città. Le arcades che collegano i grandi boulevard offrendo protezione contro il tempo inclemente esercitarono un tale fascino su Benjamin che finì per denominare la grande opera che progettava sul diciannovesimo secolo e la sua capitale con il semplice titolo Passagenarbeit (Le arcades); e tali passaggi coperti sono certamente i simboli di Parigi, perché chiaramente sono allo stesso tempo dentro e fuori, rappresentazione quintessenziale della forma di questa città. A Parigi un forestiero si sente a casa propria perché può abitare quella città allo stesso modo in cui vive dentro le sue quattro mura. E proprio come si abita un appartamento e lo si rende confortevole vivendoci invece che usandolo semplicemente per dormire, mangiare e lavorare, così un individuo abita una città passeggiandovi senza meta e senza scopo, sentendosi sempre protetto grazie agli innumerevoli cafés che si affacciano sulle strade e lungo i quali si articola la vita cittadina, costruita dal flusso dei pedoni. Ancora oggi Parigi è l’unica delle grandi città che può ancora venir comodamente attraversata a piedi e, più che altrove, la vitalità è data dalle persone che transitano lungo le strade, al punto che il traffico automobilistico odierno ne mette in pericolo l’esistenza non soltanto per ragioni tecniche. La desolazione di una periferia americana, o i distretti residenziali di molte città, dove tutta la vita in strada avviene sulle carreggiate automobilistiche e dove è possibile camminare sui marciapiedi, talora ridotti a semplici servitù di passaggio, per miglia e miglia senza mai incontrare un’altra persona, sono l’esatto opposto di Parigi. Ciò che tutte le altre città sembrano consentire, solo loro malgrado, alla feccia della società – il passeggio, l’ozio, la flânerie -, le strade di Parigi invitano a fare apertamente.

(Tratto da Hannah ARENDT, “Il Pescatore di Perle, Walter Benjamin 1892-1940”)

Piazza Duomo, Chiusura Campagna Elettorale

giovedì 24 maggio 2007

Show must go on….ma a che prezzo?

Benché siano passati solo cinque anni, non ricordo esattamente le dinamiche degli eventi organizzati in occasione delle ultime elezioni amministrative…forse perché tendo a dimenticare certe brutture. Sicuramente qualche invitato importante, discorsi in piazza, iniziative, ma in sostanza nulla di eclatante rispetto a quanto abbiamo assistito in queste ultime tre settimane noi, cittadini di una sonnacchiosa e provinciale provincia (e in questo caso ci tengo ad utilizzare questa ridondante figura retorica): lo show business selvaggio.
L'impazzare di politici da palcoscenico, giochi pirotecnici, musica e le kermesse indiavolate dei LaRussaFiniSgarbi e di chi ancora deve arrivare - non da ultimi (mancavano solo loro!) anche i ragazzi di Amici -, ha toccato il suo apice nell’esibizione reboante dell’ex-premier, la vera ed unica rockstar del momento. Questa politica-intrattenimento ha monopolizzato i nostri piccoli giornali, la nostra piccola rete televisiva, ha insomma invaso il piccolo mondo antico della nostra città per portare sostegno, appoggio e fare pubblicità ai candidati sindaci considerati più eminenti. E tutto questo per chi? Per cosa? Per la gente, forse, impegnata a barcamenarsi tra i prezzi cresciuti, i problemi ambientali, i disservizi sociali? Non credo proprio, altrimenti si sarebbe pensato forse di più a quanto tutto ciò è costato, in organizzazione, cene, pranzi, ricchi premi e cotillons…e probabilmente è costato tanto. Ma questo è accettabile? Sicuramente sarà necessario da un punto di vista mediatico, ma il principio mi atterrisce. Una piccola città, lo ripeto, normalmente poco considerata a livello italiano, di cui alcuni non sanno nemmeno bene l’esatta collocazione geografica (“Ma sarà in Emilia o in Lombardia?”), è diventata improvvisamente grande come un palcoscenico, per incarnare, secondo le logiche attuali, il principio dominante che sei ciò che appari, che puoi credere solo a ciò che vedi, ma non direttamente attraverso i tuoi occhi, comandati dal cervello, piuttosto attraverso la patina di uno schermo, sempre presente anche quando non si vede, e di cui si ha bisogno perché non si sa o non si vuole più sapere la differenza tra fiction e realtà. E la politica a cui abbiamo assistito ultimamente, e non solo a livello locale, è la concreta testimonianza di come essa si sia trasformata, diventando un’esibizione, uno show, una televendita, alla stregua, anche se in modo diverso o peggiore, dei noti circenses organizzati nell’antica Roma, sicuramente più copiosi del panem che si distribuiva o di cui avevano bisogno i cittadini, ma in grado di fare dimenticare, almeno per alcune ore, le concrete esigenze del momento.

Ormai, da lungo tempo, la cosiddetta “religione oppio dei popoli” è stata soppiantata dalla droga pesante dello spettacolo che, nel suo insieme di parole, luci, colori e suoni ha arricchito chi ne muove i fili, ma intorpidito le menti degli spettatori. E la politica, ne abbiamo avuto tanti esempi in questi giorni, ha consensualmente sposato questa logica, raccogliendo, a quanto pare, larghi consensi. Ma a che prezzo per i cittadini? A mio avviso un prezzo troppo alto: la perdita del senso critico della realtà.

Francesca Pisani

Democrazia, Paolo Rossi recita Pericle

Riproponiamo una clip di qualche tempo fa, che forse a molti è sfuggita. Con grande sagacia e ironia Paolo Rossi interpreta un discorso scritto da Pericle nel V secolo a.C. e tuttavia di un'attualità che lascia a bocca aperta.
Felicità, valore e dignità. Stato e democrazia. Udite, gente, udite...perché la Storia insegna.

24 maggio, La Città e la sua Misura, Orti di via Degani, h. 21

La decisione di unire nello stesso incontro due temi come Acna e Madonnina, apparentemente così distanti, anche fisicamente, ha il senso di ricercare le ragioni profonde che tengono legati i "fatti urbani" in quel qualcosa che si chiama città e che è molto più complesso, fluido e "resistente" di quanto comunemente si è portati a pensare, così abituati ormai ad assistere passivamente alla "città che cambia". Parlare quindi di limite o di misura, non solo degli aspetti fisici e formali, significa cominciare ad osservare in modo differente ciò che ci circonda, capire che territorio, paesaggio, campagna, periferia urbana, città, centro storico, edifici, piazze, strade rappresentano casi particolari di un universo ambientale governato da relazioni molteplici e complesse dove ogni cosa ha struttura e forma nello spazio fisico, e dove storia-presente-futuro coesistono nella ricerca delle nostre identità.
Emilio Politi

Appuntamento con "La città e la sua misura, ex-Acna e Madonnina casi limite" - Giovedì 24 maggio, Orti di via Degani, h. 21

lunedì 21 maggio 2007

Piacenza, I non luoghi

[...] avanzi e non ti è chiaro se sei già in mezzo alla città o ancora fuori. Come un lago dalle rive basse che si perde in acquitrini, così Pentesilea si spande per miglia intorno in una zuppa di città diluita nella pianura: casamenti pallidi che si danno le spalle in prati ispidi, tra steccati di tavole e tettoie di lamiere. Ogni tanto ai margini della strada un infittirsi di costruzioni dalle magre facciate, alte alte o basse basse come in un pettine sdentato, sembra indicare che di là in poi le maglie della città si restringono. Invece tu prosegui e ritrovi altri terreni vaghi, poi un sobborgo arrugginito d’officine e depositi, un cimitero, una fiera con le giostre, un mattatoio, ti inoltri per una via di botteghe macilente che si perde tra chiazze di campagna spelacchiata.

Così scriveva Italo Calvino a proposito della città immaginaria di Pentesilea in ‘Le città invisibili’ pubblicato per la prima volta nel lontano 1972.

Leggendo ‘sobborgo arrugginito d’officine e depositi, un cimitero, una fiera con le giostre’ a noi è apparsa davanti agli occhi l’immagine della ‘Caorsana’, il prototipo della periferia di Piacenza. Nel 1972 non si parlava ancora di logistica e quindi ci si limitava a officine e depositi. Ora, invece, se guardiamo dall’alto un’immagine della nostra città possiamo vedere una stupefacente macchia grigiastra che corrisponde agli enormi magazzini della logistica.

Se non vogliamo diventare un piccolo borgo aggregato ad un centro logistico attraversato giornalmente da centinaia di camion dobbiamo riflettere sulla logistica a Piacenza e più in generale sul modello di sviluppo della città. Modello che vede nella periferia la crescita esponenziale di centri commerciali, depositi, parcheggi e strade che come un ammasso tumorale avviluppano il centro cittadino.

Due anni fa abbiamo svolto una breve ricerca intitolata ‘Spazi Urbani di Confine’ che è sfociata in due mostre fotografiche ed una tavola rotonda.

Il nostro impegno nel voler riprendere il percorso di documentazione fotografica e come candidati di Città Comune è rivolto a proporre spunti di discussione alla cittadinanza ed all’amministrazione comunale affinché si possa ripensare coscientemente al modello futuro di sviluppo della città e attuare una gestione più consapevole dell’esistente polo logistico-commerciale.

Marco Salami, Sergio Ferri




sabato 19 maggio 2007

Piacenza, I vicoli ciechi della disabilità

Le immagini qui sotto sono state scattate dai diretti interessati, ragazzi che vivono su una sedia a rotelle, ma che non sono certo statici, né apatici. Sono ragazzi che vogliono percorrere le strade della loro città, che reclamano la loro indipendenza. Persone che ad oggi sono infelici per COLPA NOSTRA. Aguzzate gli occhi e non siate menefreghisti, come i parcheggiatori irresponsabili o i concittadini indifferenti. E pensate se al posto loro - e purtroppo può succedere a tutti - sareste felici?!

Piazzetta Sant'Agnese, Una boccata d'Aria



Vino, pisarei, torte, musica e baldoria, e nel mezzo l'appello: "Perchè le parole tornino ad avere senso". Stavolta D'Amo! Stavolta un Sindaco di Sant'Agnese!

(foto di Francesca Pisani)

giovedì 17 maggio 2007

18 maggio, Stavolta un Sindaco di Sant'Agnese?

Adottiamo il centro pediatrico in Sudan

di STEFANIA CALZA*

Prima ancora dell’alba, alle cinque del mattino, al cancello del Centro Pediatrico di Mayo, il campo profughi 20 km fuori Khartoum, decine di donne aspettano. Sono incredibilmente belle, eleganti, solenni nei loro stracci colorati e portano con sé i loro bambini, altrettanto belli ma malati. Hanno malattie che noi abbiamo quasi dimenticato: malnutrizione, malaria, vermi e infezioni intestinali, respiratorie, della pelle.
Ma la malattia vera, qui, è la disperazione del campo profughi dal quale provengono, appena al di là dle recinto della piccola clinica pediatrica di Emergency. Un termitaio umano fatto di casupole di fango, paglia, vecchi sacchi di plastica o di juta, dove vivono in tutto 500 mila persone, di cui la metà ha meno di 14 anni: significa, per molti di questi, essere nati qui, credere che questa sia vita.
Nessuna descrizione può rendere giustizia a questo posto, manca comunque la percezione degli odori, del caldo estenuante, dell’aria immobile che sa di degrado, sfasci, totale assenza di prospettive. Insieme all’acqua, all’elettricità, alle fognature, a qualsiasi forma di lavoro e di istruzione, manca la speranza.
Esodi apocalittici alimentati dalle guerre tra il Nord arabo e musulmano e Sud afro-animista, carestie che hanno inaridito la terra e ucciso gli animali, i tristemente noti stermini del Darfur, hanno sradicato quasi tre milioni di persone riversate in campi profughi sorti alla rinfusa e mai più cambiati.
Come sempre a fare le spese di questa furia omicida sono i civili, non schierati con alcuno dei contendenti: chi è fortunato (o forse no) e sopravvive viene deportato in uno di questi campi. Parlare di interventi sanitari in una realtà così è un paradosso: nei pochi ospedali esistenti, fatiscenti e del tutto inadeguati, persino i parenti in visita pagano un ticket di ingresso.
La piccola clinica pediatrica di Emergency, cinque posti letto di day hospital, un programma di vaccinazioni, di educazione alimentare e igienica, cura 50 bambini al giorno. del tutto gratuitamente. Opera un team misto, sudanese e internazionale, di pediatri e infermieri. Niente è facile in un paese come questo. Ma se una speranza esiste non è retorico pensare che è dai bambini che si può ricominciare. Ristabilendo un principio di giustizia minimo, il loro essere uguali almeno in un diritto elementare, quello alla salute.

*Emergency, medico piacentino, campo profughi di Mayo, 14 maggio 2007.

(da Libertà del 16 maggio 2007)

Per informazioni emergencypc@virgilio.it, tel. 339/5732815, www.emergencypiacenza.it

mercoledì 16 maggio 2007

Sosteniamo D'Amo :-)

Diceva D'Amo al comizio in Piazza Cavalli: "Sfido chiunque a fare una campagna elettorale come la stiamo facendo noi, ovvero senza una lira". Ma la fortuna ci ha baciato, perché alla nostra porta ha bussato gente volenterosa, fiduciosa, positiva e propositiva, gente che si è rimboccata le maniche, gente che col sorriso sulle labbra e grande forza d'animo ha dato il suo contributo, perché crede, perché ascolta, perché ama fare.
Ma la fortuna è una dea birichina...per questo è attivo il conto corrente per la raccolta fondi nel rush finale della campagna elettorale D'Amo Sindaco.

Intestazione : Comitato D'Amo Sindaco
Presso Banca Popolare Commercio e Industria - Via Verdi, 48 - Piacenza
C/C 10559
Codice ABI 05048
Codice CAB 12600

martedì 15 maggio 2007

Stavolta D'Amo, L'Inno Elettorale



In video Gianni Bernardini, autore ed esecutore del brano!

Revival 1, La Cronaca intervista Gianni D'Amo





















Per un approfondimento riproponiamo l'intervista rilasciata da Gianni D'Amo a La Cronaca il 9 maggio 2007.

Revival 2, Libertà intervista Gianni D'Amo




















Per un approfondimento riproponiamo l'intervista rilasciata da Gianni D'Amo a Libertà l'11 maggio 2007.

16 maggio, GIOVANI = DIVERSI


'GIOVANI = DIVERSI' Questo il titolo del dibattito che animerà la serata di mercoledì 16 maggio, alle ore 21 presso la sala consiglio della circoscrizione 2 in via XXIV Maggio, al quale parteciperanno i candidati giovani delle varie liste.

Modera Mattia Motta, giornalista di Libertà.





Il Prof e gli studenti, una storia di reciprocità

Martedì 8 maggio ore 18. L’appuntamento era alla Muntà di Ratt per la foto con gli altri amici e candidati per la foto di gruppo. Arrivo con un pò d’anticipo e mi avvicina un ragazzo sulla ventina per un’informazione:
- Sa dov’è il posto dove ci si trova con il candidato sindaco?
- È qui – gli dico - sei un candidato anche tu?
Così cominciamo a chiacchierare anche per ingannare il tempo.
- No, abbiamo appuntamento con altri miei compagni di scuola per fare la foto col prof.
- Ah! - provo a stuzzicarlo - come vi tratta il tiranno? Chissà che peso deve essere in classe!
- Affatto, - nel frattempo arriva un’altra sua compagna di classe e la discussione si estende anche a lei - il prof D’Amo ci piace molto, con lui abbiamo un bellissimo rapporto e ci fa studiare volentieri.
- Sarà come altri docenti!
- Non proprio, – attacca lei - con D’Amo siamo capaci di stare su un autore per settimane, altri invece ne trattano una decina in un’ora…
Ho molto piacere della piega presa dalla discussione e penso al lavoro che Gianni fa con i suoi ragazzi, alla capacità di trasmettere amore per la materia di studio a dei giovani, alla fortuna di questi nel ritrovarsi un professore in grado di far amare la storia e la filosofia, primo passo per amare di conseguenza la scuola.
Penso ancora che uno che, senza risorse finanziarie, è riuscito nell'impresa di mettere in piedi un’associazione, una sede, due liste con ottanta persone, uno che coinvolge partiti e stimola il dibattito politico nella città, che è capace nel suo delicato lavoro ad appassionare dei giovani (quando invece è luogo comune dire che i giovani non hanno interessi), che da svariate decine di anni interviene nella vita pubblica, ricevendo anche apprezzamenti dagli avversari politici...uno così è perlomeno un tipo da tenere in considerazione.
Dimenticavo, Gianni D’Amo è insegnante di Storia e Filosofia al liceo classico di Codogno.
Non so se sia anche filosofo. So che se fosse così, sarebbe la dimostrazione che i filosofi concludono moltissimo.
Francesco Serio

Forza è anche Attualità di Pensiero

In linea con le direttive di Roma, al D'Amo Point si levano i manifesti con la faccia del Prof, si chiacchiera del più e del meno, fumando una sigaretta, stringendo mani e amabilmente sorridendo a coloro che sono intervenuti. Tutto è pronto per il dibattito. Gli oratori si siedono, i giornalisti afferrano taccuino e penna. GianCarlo Bolici introduce il pannello di discussione: Stefano Pareti, Giuseppe Caldarola e Gianni D’Amo. Brevi interventi, pochi voli pindarici, tanta concretezza e semplicità. Si respira apertura perché dialogare è la parola d’ordine in un mondo che spesso straparla e a tratti inveisce soltanto. Si parte dallo stupore di Stefano Pareti alla notizia dell’attuale chiusura del Comune di Piacenza alla cittadinanza, dai battenti serrati di un edificio che invece dovrebbe significare accoglienza, quindi partecipazione e intervento dei cittadini alla res publica. Le parole di Stefano Pareti aprono la strada a un discorso più politico e mirato, eloquentemente esposto da Giuseppe Caldarola (SDI), intervenuto a sostegno della candidatura di Gianni D’Amo nelle ormai prossime elezioni amministrative di Piacenza. Caldarola ne approfitta per lanciare la palla al candidato sindaco e alle due liste che lo sostengono nell’avventura elettorale, invitando tutti quanti a riflettere sulla possibilità di una forza liberalsocialista, riformista, ancorata nel socialismo liberale europeo, ma che nasca e prenda spunto proprio dalle realtà locali. D’Amo raccoglie l’invito alla riflessione, parlando di realtà locali come di tanti importanti laboratori in cui elaborare a livello pratico la necessità di un riformismo nazionale, cercando inoltre di recuperare idee e ideologie in una chiave di lettura che sia moderna. Per parlare, ora più che mai, a una platea di anime spesso scoraggiate e disilluse.

domenica 13 maggio 2007

14 Maggio, Caldarola (SDI) al D'Amo Point

La prossima tappa della campagna elettorale targata Gianni D'Amo è fissata per lunedì 14 maggio alle ore 18.30 presso il D'Amo Point in via Santa Franca per un incontro con Caldarola (SDI).
Neanche a dirlo, vi aspettiamo numerosi a un appuntamento che si profila davvero interessante!

Urbanistica, I nostri obiettivi /4

Partecipazione dei cittadini alla definizione di obiettivi condivisi: un problema culturale e di metodo
Proponiamo la sistematica trasparenza e divulgazione delle negoziazioni fra pubblico e privato in tema urbanistico e di singoli interventi, delle regole ivi sottese (da definire ex-ante e non soggette esse stesse a negoziazione) e delle valutazioni dei vantaggi collettivi dei progetti urbani, che pesino correttamente anche costi e benefici su salute, qualità della vita, limitatezza della risorsa paesaggio. All’autoritarismo, che magari nasconde reciproci favori tra potere forte politico e poteri forti “altri”, opponiamo il principio della costruzione pubblica e condivisa dei quadri di significato e degli obiettivi riguardanti il complesso delle condizioni locali, prevedendo anche la discussione seria e aperta sulle possibili alternative all’iperconsumo, alla competitività territoriale e alla crescita ad ogni costo. Non può più essere rimandato un reale processo di partecipazione urbanistica, chiaramente impostato, che coinvolga anche i soggetti meno garantiti, che non avvilisca la responsabilizzazione e la fiducia costruite nel suo svolgimento. Molteplici sono le tecniche partecipative attuabili, ben altro sono le derive neo-corporativiste del piano strategico, le generiche raccolte dei bisogni o i convegni di informazione, anche se di alto livello, magari a decisioni già prese.

Urbanistica, I nostri obiettivi /3

Un governo del territorio al servizio del bene comune
Proponiamo che la cittadinanza, attraverso rinnovate ed effettive competenze tecnico-culturali e impegno propositivo delle amministrazioni che la dirigono e che la esprimono, ritorni ideatrice, padrona e controllore delle decisioni sulle trasformazioni che possono fare della città uno strumento utile alla società. Per le aree industriali dimesse, per i demani militari in via di alienazione, per le aree di frangia periurbana e in generale per tutte le piccole e grandi aree influenti sulla salute del sistema urbano, si propone di utilizzare opportune forme pianificatorie e gestionali per cui l’ente pubblico, fermo restando il legittimo profitto dei privati, recuperi la libertà di scegliere gli obiettivi, di progettare e mantenere il controllo delle fasi di lavorazione (ad es.: il modello nordeuropeo in cui l’ente pubblico acquista l’area, progetta, urbanizza e rivende agli operatori privati i lotti edificabili; la formazione di società pubbliche per la trasformazione urbana che gestiscono interamente l’operazione; i piani di iniziativa pubblica). In alcuni casi potrebbe invece essere auspicabile la formazione di beni comuni ad uso collettivo, attribuendo all’ente pubblico territoriale il ruolo di salvaguardia e individuando forme di gestione che consentano di riprendere il senso degli usi civici: la responsabilizzazione della custodia e la finalità di produzione di beni, servizi e lavoro per i membri della comunità e/o di utilità pubblica generale. Occorre fermare subito il consumo di suolo agricolo periurbano, per favorire invece chi sceglie di praticare un’agricoltura a basso impatto ambientale, orientata sulla produzione di qualità, con ordinamenti colturali riqualificanti il paesaggio e, soprattutto, concretamente legata alla città (ad es.: promozione di ripopolamento rurale, filiere corte, gruppi d’acquisto, dell’integrazione con funzioni sociale e didattica).

Urbanistica, I nostri obiettivi /2

Una valutazione seria del fabbisogno urbanistico
Proponiamo di ripartire da un’attenta valutazione del fabbisogno, quantitativo e qualitativo, veramente rapportato all’interesse generale dei cittadini e non solo al tornaconto di lobbies edili-immobiliari, ripensando previsioni superate o erronee, costruendo una razionale visione unitaria con i comuni della provincia che gravitano sul capoluogo, restaurando e recuperando all’uso civile il patrimonio già esistente di manufatti e di verde ed affrontando il problema dei servizi, pubblici e non, e delle dotazioni ambientali, oggi dislocati in modo disomogeneo sul territorio urbano e comunque spesso insufficienti. Un’urbanistica socialmente sostenibile deve essere anche strumento di welfare. In particolare il futuro delle aree dismesse dovrà essere orientato in modo inequivocabile al soddisfacimento del fabbisogno di verde pubblico, che oggi è inconfutabilmente disatteso sia riguardo agli aspetti della rigenerazione ambientale, sia della funzione ecologica, sia di quella ricreativa.

Urbanistica, I nostri obiettivi /1

Una politica pianificatoria, urbanistica e delle opere pubbliche, ambientalmente e socialmente sostenibile
Proponiamo che, dalla pianificazione strutturale alle scelte operative, si rovesci l’ottica in cui conta nella città solo il “pieno” dell’edificazione, e si parta invece dagli spazi liberi, dai residui di campagna, dalle superfici colonizzate dal verde delle aree dismesse, e dagli spazi più o meno avaramente concessi agli usi collettivi, quali elementi nodali per il perseguimento della sostenibilità ambientale. Si ricominci a guardarla e organizzarla a partire dal pubblico e dal pedonale e dal vuoto e dal verde, anziché dall'individuale e dall'automobilistico e dal costruito e dall'asfaltato. Bisogna tornare a pensare la Città, soprattutto quella contemporanea come un insieme di luoghi in equilibrio tra attività e quiete. E’ perciò prioritaria l’adozione di un Piano strategico del verde, non come capitolo settoriale tra gli elaborati del PSC, ma come ossatura portante della pianificazione comunale: si rende una città sostenibile, prima che con la bioarchitettura, progettandola in modo che i suoi cittadini abbiano stili di vita sostenibili.

sabato 12 maggio 2007

Domenica 13 Maggio, Aperitivo Giovane


Ragazzi, stavolta tocca a VOI!
Noi vi aspettiamo domenica 13 maggio alle ore 18 in Piazzetta Sant'Agnese.
Guest DJ Chris Polecat, e poi food&drink per un APERITIVO all'aria aperta nella nostra città...voi portate la vostra creatività!
See you :-)

Giovani per D'Amo

venerdì 11 maggio 2007

Sabato 12 maggio, 10 idee per una città possibile.

Il prossimo appuntamento è fissato per sabato 12 maggio 2007, presso il D'Amo Point in via Santa Franca 2, alle ore 15,30, per la presentazione alla stampa del programma elettorale del candidato sindaco Gianni D'Amo e delle liste a lui collegate: Cittàcomune, Alleanza per Piacenza coi Verdi e Riformisti.
Titolo del programma Se va bene per i bambini, va bene per tutti - 10 idee per una città possibile. Interverranno, con Gianni D'Amo, Stefano Pareti, Alessandro Miglioli, Emanuele Pasquali, Giovanni Callegari. Coordina Corrado Bongiorni.

D'Amo: "La mia città fatta per conoscersi"


Il professore di storia vede nell'urbanistica una formidabile leva sociale. Guida le liste Cittàcomune e Alleanza per Piacenza, Verdi e Riformisti, ovvero le anime più autonome del centrosinistra.
Questo e molto altro nell'intervista rilasciata da Gianni D'Amo a Libertà, in edicola venerdì 11 maggio 2007.  Leggi qui l'intervista

Quel Genio di un Ingegnere.

L’attuale primo cittadino, chiudendo l’intervista su “Libertà” del 4 maggio, alla domanda se avesse “il difetto di essere un pò troppo ingegnere e un pò poco politico” rispondeva così: “Forse si. D’altro canto quella è la mia natura, la mia formazione. Non sono un filosofo, ma d’altro canto poi i filosofi non è che concretamente concludano molto”. Certo, perché sono troppo intenti a pensare, ovvero perdere tempo, secondo Reggi.

Quindi, ci chiediamo se invece gli ingegneri non pensino proprio mai, neanche prima di progettare? E se, nella loro furia di “concludere” e di non arrovellarsi, non ci sia forse il rischio di tralasciare cose essenziali? Tanto perché il pensare equivale a non concludere.

Peccato che il primo cittadino nella somma e profonda sintesi abbia tralasciato di menzionare, a fianco dei famigerati filosofi, anche i poeti ed i creativi in genere. In effetti, potrebbero assolutamente appartenere alla categoria inconcludenti, alla maniera dei pensatori tanto screditati dal nostro sindaco.

Un pessimo servizio reso dal nostro a tutta la categoria degli ingegneri, almeno di quelli che hanno la testa! Forse pensava di fare il brillante per sferrare chissà quale attacco ed è riuscito , invece, come i più impaperati centrocampisti, semplicemente a fare l’autogol della carriera. Un uomo di centrosinistra che ambisce al governo (per ora della città, ma qualcuno già prospetta un livello decisamente più alto), dovrebbe mostrare più amore per la cultura e più rispetto per l’intelligenza, partendo dalla propria per arrivare a quella degli altri. Eviterebbe qualche figura barbina di troppo, che da il senso della sua concezione politica e del rapporto con gli altri.

Ecco alcuni esempi di chiusura mentale balzati nella cronaca piacentina, con tanto scontento popolare: il litigio a telecamere accese e attrezzato di stampelle con gli ambulanti o quel rifiuto di incontrare i commercianti che, a torto o a ragione, lo contestavano, perché “io con chi mi contesta non mi incontro” o, ancora, lo scontro con i dipendenti comunali.

Un consiglio, quindi, ammesso che lo accetti: prima di sparare la prima banalità che gli salta in mente, sarebbe meglio che (è il caso di dirlo) ci pensi su. Farebbe non tantissimo, come ama fregiarsi lui, ma almeno il meglio per tutti. Garantito.

Francesco Serio

(In fig. un particolare de Il Pensatore di Rodin)

Fratelli d'arte: Alberto, Marco e Piergiorgio Bellocchio

Omaggio abruzzese ai fratelli Bellocchio. In occasione della IX settimana della cultura L’Aquila farà da sfondo a "Fratelli d'arte", un evento articolato in cinque serate, dal 14 al 18 maggio, costituito da mostre, incontri, film, uno spettacolo teatrale, un concerto e un catalogo, per raccontare la storia di una famiglia e la poetica di tre fratelli piacentini: Piergiorgio, Alberto e Marco, nati rispettivamente nel 1931, nel 1936 e nel 1939.

Attraverso i loro percorsi culturali, artistici e anche politici, è possibile in qualche modo analizzare oltre quarant'anni di storia del nostro paese. La narrativa in versi di Alberto, che da ex sindacalista sa raccontare gli anni delle conquiste operaie; l'attività intellettuale di Piergiorgio, fondatore dei "Quaderni piacentini", la sua vivacità di saggista, critico letterario e militante; il cinema di Marco che ha rappresentato sullo schermo l'universo interiore, fino agli estremi della follia familiare (I pugni in tasca, L'ora di religione) e quello esteriore, cronachistico, fino agli estremi della follia politica (Buongiorno notte).

La manifestazione è promossa dalla presidenza della Regione Abruzzo e il Teatro Stabile d'Abruzzo, in collaborazione con l'assessorato alle politiche regionali per i beni e le attività culturali e l'Accademia dell'Immagine.

Resta solo una domanda: Perché non a Piacenza?

giovedì 10 maggio 2007

11 Maggio, Questa sera appuntamento in Piazza Cavalli

Il prossimo appuntamento di Cittàcomune è fissato per questa sera, venerdì 11 maggio, a partire dalle ore 20 in Piazza Cavalli, per incontrarci, parlare e mangiare a suon di musica. Portate amici, sostenitori, curiosi :-)
Vi aspettiamo numerosi nella piazza comune. Passaparola!

Volti-Amo Pagina


Non saranno santi...ma ai santini ci pensano, eccome!
D'Amo li chiama, loro rispondono...e all'appello ormai non manca più nessuno. Sono persone come voi, con storie uguali alle vostre. Diversi ma solidali. In comune una passione: Piacenza. E noi, per amore della verità, li abbiamo schedati.
Se la curiosità non vi manca, navigate fino a Cittàcomune. Le loro storie vi aspettano.

mercoledì 9 maggio 2007

Confessioni di un prigioniero di sinistra

Dedicato alle anime dubbiose

Io, che temo la ghigliottina politica alle prossime elezioni comunali. Io, che sono afflitto dal senso di responsabilità e recidivo alle insidie. Io, che non posso permettermi di regalare un voto per passione o sentimento, per affinità o per pensiero. Io, che sono stratega in un mare di furbizia aleatoria. Io, che credo alla forza delle idee, ma che non amo il rischio elettorale. Io, che ogni giorno mi domando: “Ma se voto D’Amo, poi vince Squeri?”. Io, che non cedo dalle mie posizioni e non permetto a simpatia, stima ed entusiasmo di trionfare sul pragmatismo del voto elettorale. Io, che per non far vincere la destra, faccio a sinistra quello che in questi casi ormai si fa ovunque - speculare alla destra. Io, che cocciuto prendo posizione e mi schiero dietro a un dito, dietro a un uomo, dietro a un partito - e nel frattempo la mia sagoma scompare. Io, spersonalizzato di sinistra che anche se scontento voto proprio la scontentezza perché gli altri, timorati come me, faranno lo stesso - non oseranno. Io, che voglio stare dove stanno tutti - o a destra o a sinistra. Io, uomo scisso in un mondo scisso, che vivo beato in un budino tagliato in due e che gli avanzi li lascio nel piatto. Io, che ho perso il sapore dell’identità, il gusto della passione, il piacere della novità, il trasporto della realtà. Io, che nella mia ossessione del dualismo destra-sinistra ho dimenticato il senso dell’opportunità e ho smarrito la prospettiva. Io, che nel terrore dell’avversario non mi raccapezzo più e smetto di scegliere tra le possibilità. Io, che cavalcando la mia dignità consegno a paura e tatticismo il sigillo della mia fedeltà.

Territorio, Lo sterminio dei campi

La terra è nostra, liberiamola dai Tornado” era il tema conduttore del movimento che a Piacenza si opponeva alla base militare di S. Damiano e anche alla centrale nucleare di Caorso, dando poi vita, in seguito, a forti e radicate iniziative per la pace. Pacifismo e ambientalismo hanno sempre caratterizzato fortemente il movimento piacentino e la sua attività. Ad oggi l’attualità dei temi ambientali e della guerra sono evidenti: abbiamo la base ancora operativa – anche se si comincia a parlare di futura dismissione – e la questione ambientale è esplosa sotto i nostri occhi. La guerra è diventata globale e permanente.
Nell’affermare il diritto alla “sovranità territoriale dei cittadini” un nuovo aspetto si inserisce: il consumo del nostro territorio attraverso la cementificazione non ha eguali in Europa ed è a livelli ormai insostenibili. “Dagli anni ottanta stiamo assistendo ad un autentico degrado di fronte al quale non possiamo non indignarci: bisogna fermare lo scempio che vede ogni area verde rimasta come area da edificare. Una volta esistevano i campi di sterminio, oggi esiste lo sterminio dei campi”. Così il poeta A. Zanzotto descrive quello che sta succedendo alla sua terra, il Trevigiano. Ciò che accade a Piacenza e provincia non si discosta di molto. Il movimento, con l’opposizione ai bombardieri di S. Damiano e alla centrale nucleare di Caorso, univa guerra e ambiente come temi intimamente intrecciati. Oggi questi temi non solo rimangono in agenda ma, insieme ad altre “emergenze”, sono esplosi in tutta la loro drammatica attualità. Una ripresa del movimento, rispetto a questo, sarebbe davvero necessaria, soprattutto in vista delle prossime elezioni amministrative. Un movimento di cittadini resistenti che si propone semplicemente di dettare alcune priorità al “palazzo”. Diciamo NO ai Tornado a S. Damiano. E se l’aeroporto militare se ne va, cosa vogliono i cittadini? Non uno scalo civile con corollario di super strade e TIR. Noi proponiamo, come già fatto da associazioni ambientaliste, un grande parco. Alberi al posto di strumenti di morte. Se consideriamo il territorio come bene comune inviolabile ed indisponibile agli appetiti del ricco o del potente di turno, sono i cittadini a dover decidere in virtù soprattutto del loro benessere.

Andrea Chiappini

Tutti per D'Amo, D'Amo per tutti!




















Lo sprint elettorale nei sorrisi dei tanti accorsi a sostenere il buon politico (parola dell'autorevole Pier Giorgio Bellocchio)
Run D'Amo Run!

I requisiti del buon politico: passione e capacità, di Pier Giorgio Bellocchio

Quali sono i requisiti di un buon politico, più precisamente di un amministratore pubblico? Anzitutto: intelligenza-competenza e onestà. Che devono andare assieme. Perché la disonestà degrada l'intelligenza a furbizia, e l'onestà se non assistita dall'intelligenza è inutile, improduttiva.
La grande maggioranza dei politici in circolazione realizzano poi il capolavoro catastrofico di accoppiare incompetenza a disonestà. Con il contorno di incultura, ignavia, arroganza.
Un buon amministratore pubblico dovrebbe essere dotato anche di realismo: cioè la capacità di vedere i problemi, oltre che sotto il profilo della pubblica utilità, nell'ottica della loro pratica realizzabilità, con una seria valutazione di costi e benefici. E ancora, occorre energia, tenacia, determinazione.
Un'altra qualità indispensabile è l'attenzione agli altri, la disponibilità ad ascoltare e imparare, anche dagli avversari, e soprattutto dai cittadini: cioè, in pratica, la democrazia. E' un caso molto raro che queste qualità si trovino riunite in una persona. Parlo di Gianni D'Amo. Perché una persona così dotata sceglie di dedicarsi a un'attività poco gratificante come la politica locale?
La risposta è semplice: D'Amo ha la passione della politica. Quella speciale vocazione per gli studi, la ricerca, la religione, le arti, le professioni, l'imprenditoria, una volta c'era anche per la politica, e se ne potrebbero dare tantissimi esempi, dai più illustri ai più modesti. Una passione scomparsa: ora abbiamo soprattutto dei profittatori della politica.
E' una fortuna insperata che i cittadini abbiano l'opportunità di farsi rappresentare da una persona che ama la politica, che della politica ha un concetto molto alto: finalmente un politico vero, autentico.
(Nella foto in alto: Pier Giorgio Bellocchio)
(da Libertà, 8 maggio 2007)

martedì 8 maggio 2007

Contro la Pena di Morte, D'Amo legge Orwell



All'incontro indetto dai radicali per la moratoria contro la pena di morte, è intervenuto anche Gianni D'Amo, che ha letto un brano tratto da "L'Impiccagione" di George Orwell.

Spirito Giovane

Meno scopo di lucro e più cultura. Ma soprattutto una maggior valorizzazione degli eventi in centro storico. Le nostre vogliono essere politiche giovanili partecipate e chiare che passino anche da un Informagiovani che non si limiti ad essere un ufficio-catalogo, che rafforzi e modernizzi il comparto 'lavoro' e che non sia costretto ad appoggiarsi ad altri istituti analoghi per i viaggi all'estero o per il volontariato europeo. Insomma, un Informagiovani che sia coerente con le necessità dei ragazzi di questo tempo, promuovendo l'integrazione multiculturale a Piacenza, i viaggi e le opportunità di conoscere e arricchirsi all'estero per tornare poi con un bagaglio culturale che può solo far bene alla nostra città. O semplicemente per essere in linea con i giovani d'Europa e sfruttare al massimo le chance che le politiche dell'UE offrono.
Che dire poi dei festival dedicati ai giovani, un caso su tutti Tendenze, naufragato nel silenzio e lasciando l'amaro in bocca a molti ragazzi. Avete mai chiesto ai giovani, quelli anagraficamente tali, cosa ne pensano? Il vuoto non fa che aumentare l'eco del loro disappunto. Sarebbe il caso di superare politiche giovanili a scopo di lucro e credere di più nella necessità di riservare spazi e occasioni di comunanza, con una scaletta dettata dai reali bisogni dei giovani piacentini. Ascoltiamoli!! Sarebbe già questa una tendenza da cavalcare.

lunedì 7 maggio 2007

CI VUOLE PASSIONE, PAROLA DI GIANNI D'AMO



Piazza Cavalli, h. 11.30. Un comizio vecchio stampo, con parole di rinnovato entusiasmo e pragmatismo.

Prossima Tappa: Muntà di Ratt

Grazie per la partecipazione numerosa al comizio nonostante la pioggia e il cielo scuro. A breve il video con il discorso e la piazza gremita di supporters.
Ma chi ha tempo non perda tempo...perché è già ora di pensare alla prossima tappa dell'avventura elettorale targata Gianni D'Amo. Prendete nota: martedì 8 maggio alle h. 18 tutti i sostenitori alla candidatura del professore sono attesi sulle scalinate di via Mazzini, alla Muntà di Ratt.
Non siate timidi! Vi aspettiamo per condividere un altro momento insieme. Arrivederci.

domenica 6 maggio 2007

Urbanistica e Democrazia














(Da Libertà del 6 maggio 2007)

Stavolta D'AMO

Partecipazione...a parte

Ad oggi la realtà comunale si confonde in una marmellata di posizioni determinate unicamente da interessi “politici” (la mera appartenenza ad un’etichetta) o “speculativi” (il ragionare secondo le convenienze) e la democrazia si riduce al primato dell’economia sulla politica.

In questi cinque anni alcuni episodi hanno visto su fronti opposti il centrosinistra in Comune e una sua minoranza più critica. Parliamo in primis della questione della delocalizzazione dell’area ex-Acna ma anche a quella di Via Venturini e agli sviluppi del progetto sul Palazzo degli Uffici. Tre vicende in cui la minoranza si è distinta per il valore dei suoi protagonisti, che hanno adottato una linea di non accettazione passiva, che hanno avuto il coraggio di opporsi dall’interno, che hanno poi convinto e coinvolto in questa impresa altre componenti politiche, e che infine hanno ottenuto il supporto indispensabile dei forum di autorganizzazione partecipata nati nella società piacentina.

Non è esattamente quello che pensavamo di mettere in piedi cinque anni fa e non ci possiamo rassegnare a una situazione che prosegua a senso unico. Democrazia e confronto sono spesso state oscurate da un atteggiamento di chiusura e di indisponibilità al dialogo. Peccato, crediamo che ragionare sia meglio che curare. Per questo ci stiamo impegnando in un progetto che è essenzialmente di partecipazione, perché il momento della delega è certamente importante ed essenziale, ma non può essere l’unico momento di coinvolgimento del cittadino. Partecipazione è ascolto continuo, partecipazione è dialogo e progresso in armonia con la comunità. Partecipazione è un atto di vita quotidiana, il respiro di una città che non si ferma mai.
Francesco Serio

(Foto: Il degrado dell'ex Acna)

Questione di poltrone? No, grazie.

“Così fate vincere la destra!” “Volete solo le poltrone!”

Ladies and gentlemen, ecco le accuse più frequenti (e ormai stereotipate) che ci sentiamo rivolgere da coloro che pure sono o dovrebbero essere quelli a noi politicamente più vicini. E pazienza se quelle accuse arrivano da chi si prende poco la briga di informarsi o da chi è informato sui fatti, eppure vive il confronto in maniera manichea “perché bisogna sconfiggere l’avversario”. La pazienza però scappa se quelle accuse arrivano direttamente da chi invece da molto tempo facilita la vittoria della destra praticando la spartizione dei posti e accettando le “regole del gioco”. Quelli che il berlusconismo lo praticano da vicino e magari “da sinistra”, mirando alla personalizzazione politica estrema e condividendo nella pratica un metodo che non ammette critiche. Quelli che la sanno lunga, che conoscono gli ingranaggi della macchina politica…quelli che “non bisogna disturbare il manovratore”.

Siamo seri! Se qualcuno tra noi ambisse ai troni comunali opterebbe per strade più facili, quelle del compromesso, strade che molti dei professionisti della politica nostrana percorrono da tempo, cavalcando le onde del momento e gli entusiasmi degli slogan...quelle che hanno proposto anche a noi. E allora, D’Amo e Cittàcomune aspirano alle poltrone? Ringraziamo per l’attenzione, ma ci teniamo a smentire che sia questo il motore del nostro progetto, ricordandovi che non saremmo qui a percorrere le vie più difficili per dar voce ai cittadini confinati al silenzio, affrontando di tasca nostra spese economiche ed energetiche per creare sedi, liste e candidati con le incognite che ne derivano e gli attacchi che questo suscita. Ma soprattutto abbiamo scommesso su una concezione che ai nostri tempi è purtroppo archiviata come diversa e obsoleta: il ritorno alla Politica autentica, che si fa nelle piazze oltre che nel Comune, con la gente oltre che il partito, con pragmatismo e sentimento. Solo così l’interesse prevalente è la comunità.

E soprattutto la popolazione si sente partecipe, attiva, soggetto.


Focus: Immigrazione

La scorsa settimana su uno dei due quotidiani locali, quello meno diffuso, è comparsa una pubblicità elettorale a cura di un candidato appartenente ad un noto partito “moderato”, quello con raffigurato un uomo che alza lo spadone per mettere in guardia i nemici. Nella pubblicità si riportava la foto delle due donne rumene responsabili del recente omicidio avvenuto nella metropolitana di Roma corredata dalla domanda: "Fareste votare queste due?" aggiungendo che alcune personalità politiche del centrosinistra locale e nazionale certamente lo farebbero. Non sono un tecnico della comunicazione, mi sembra però che la “sottigliezza” di far equivalere una o due assassine alla massa di immigrati che vivono, che crescono, che lavorano qui da noi, puzzi vagamente di bassa manipolazione se non di razzismo. Non ho dubbi che prontamente il vasto fronte dei moderati locali chiarisca e condannerà l’avvenimento, scusandosi per l’increscioso episodio oppure spiegando il vero e profondo significato del messaggio in questione.

Gli immigrati sono diventati il nostro prossimo. Certo un prossimo che non è sempre accomodante, non sempre ci piace, non sempre risponde ai nostri canoni culturali ma è un prossimo al quale non possiamo solo chiedere di lavorare nei cantieri o nelle condizioni più disagiate (magari in nero), per poi imporgli di nascondersi o assoggettarsi al nostro modello, che nessuno ha stabilito sia il migliore.

La questione dell’immigrazione è effettivamente un tasto delicato e al contempo inevitabile. Per questo la nostra coalizione sta mettendo a punto un programma che affronti l'argomento in maniera approfondita. Naturalmente i programmi si possono integrare e non sempre una messe corposa di temi trattati può o vuole dire che siamo in grado di rispondere a tutto. Ma siamo liste innanzitutto civiche, che intendono guardare alle tematiche sociali con realismo e senza false promesse. Lasciamo siano altri quelli che si propongono tuttologhi e solutori definitivi. Cittàcomune, invece, apre le porte a una discussione civica che sia spunto per un’iniziativa pubblica e collettiva.

Di sicuro non saremo noi a proporre domande dello spessore riportato dalla pubblicità di cui sopra.

Francesco Serio

venerdì 4 maggio 2007

1,2,3, COMIZIO

Sabato 5 maggio, h. 11.30, Piazza Cavalli. Nel cuore della nostra città, all’ombra dei due cavalli si aprirà ufficialmente la campagna elettorale della coalizione che sostiene il candidato sindaco Gianni D’Amo per le Elezioni Amministrative 2007. Vi Aspettiamo!

Potevamo stupirvi con effetti di “distrazione di massa”. Potevamo scegliere di accattivarci la vostra benevolenza con aperitivi da capogiro, stuzzichini da leccarsi i baffi e una manciata di illustri testimonial da copertina, e adeguarci così al clima di una politica show…spesso solo show.
E invece Sabato Trippa. Scegliamo la sostanza. Con un comizio vecchia maniera, con Gianni D’Amo in prima linea e maniche di camicia, che illustrerà insieme ai sostenitori della sua candidatura le idee e i progetti che animano il suo pensiero politico. Un comizio, quindi, per dimostrare concretamente che questa koiné di persone, apparentemente eterogenea per età, formazione ed esperienze, si avvale sia dei nuovi mezzi di comunicazione in rete, sia di strumenti più tradizionali e diretti. Un comizio, infine, per rendere tangibile l’idea portante del gruppo secondo cui i programmi canonici ed i rapporti mediati e mediatici non sostituiscono quelli im-mediati, ovvero il contatto diretto tra persone che sono anche corpi, sudore, timbri di voce, espressioni del volto….

martedì 1 maggio 2007

1 maggio, lavoratori in festa

Il 1 Maggio nasce come momento di lotta internazionale di tutti i lavoratori, senza barriere geografiche, né tanto meno sociali, per affermare i propri diritti, per raggiungere obiettivi, per migliorare la propria condizione. "Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire" fu la parola d'ordine, coniata in Australia nel 1855, e condivisa da gran parte del movimento sindacale organizzato del primo Novecento. Si aprì così la strada a rivendicazioni generali e alla ricerca di un giorno, il primo Maggio, appunto, in cui tutti i lavoratori potessero incontrarsi per esercitare una forma di lotta e per affermare la propria autonomia e indipendenza. La storia del primo Maggio rappresenta, oggi, il segno delle trasformazioni che hanno caratterizzato i flussi politici e sociali all'interno del movimento operaio dalla fine del secolo scorso in poi.
Quest'anno Piacenza festeggia il 1 maggio con un grande concerto di Enrico Ruggeri in Piazza Cavalli in onore dei lavoratori e contro le troppe gravissime morti bianche che funestano l'Italia e che meritano non solo l'attenzione dell'opinione pubblica, ma una politica mirata a garantire la sicurezza di tutti i lavoratori. Auguri a tutti!