"Bloggopolis"

La Piazza delle Idee nella Città del Dialogo

Le idee sono il motore di una realtà che vive e respira al di là della nostra sola mente. Ecco allora spuntare Bloggopolis, uno spazio contemporaneo per dar voce a una città saggia e antica che vuole parlare, dialogare e conversare del presente e del futuro. Una piazza in cui raccogliere, attraverso i vostri commenti, il 'sentiment' di una popolazione a volte silenziosa e timida, sicuramente generosa e propositiva. Una polis del nostro tempo, la cui piazza virtuale sia specchio di una città che ci sta a cuore. Piacenza ‘città comune’.


venerdì 4 dicembre 2015

Ciclo Pasolini 20015 "Una disperata vitalità" - IV appuntamento: Pasolini oggi, come e perché

Piacenza - Auditorium Fondazione
via Sant'Eufemia, 12
Mercoledì 9 dicembre
 incontro conclusivo ore 21

Pasolini oggi, come e perché

ne discutono tra loro e con i presenti
Piergiorgio Bellocchio
Gianni D'Amo

Matteo Marchesini

Ciclo Pasolini 20015 "Una disperata vitalità" - III appuntamento: proiezione di "Il Vangelo secondo Matteo"



Piacenza - Auditorium Fondazione
via Sant'Eufemia, 12
Martedì 1 dicembre  ore 21

proiezione di:
IL VANGELO
SECONDO MATTEO
, 1964
presentazione di

P.G. BELLOCCHIO



Ciclo Pasolini 20015 "Una disperata vitalità" - II appuntamento: proiezione di "Accattone"

Piacenza - Auditorium Fondazione
via Sant'Eufemia, 12
Martedì 24 novembre  ore 21

proiezione di:
ACCATTONE
il primo film di Pasolini, 1961
presentazione di

Luigi Boledi

domenica 15 novembre 2015

lunedì 12 ottobre 2015

Jobs act, serata di discussione



Piacenza, Mercoledì 14 ottobre 2015, ore 21

Salone “N. Mandela”- Camera del Lavoro 

via XXIV maggio 18




Jobs act, riforma epocale

o ritorno al passato?

Ne discutono tra loro e con i presenti
Gianni Bernardini, Alessandro Miglioli
e Mino Politi

Un’occasione per approfondire i temi del lavoro ai tempi della crisi del sistema del welfare e delle relazioni sindacali 
SI RINGRAZIA LA CGIL PIACENTINA E LA CAMERA DEL LAVORO PER OSPITALITÀ



“Jobs act, riforma epocale o ritorno al passato?”: con questo titolo Cittàcomune, associazione politico-culturale che opera nella nostra città da quasi un decennio, organizza a una serata di approfondimento conoscitivo e confronto tra opinioni, anche diverse, sulla contrastata legge che di fatto sostituisce lo Statuto dei lavoratori del 1970 e delinea le nuove coordinate del mercato del lavoro. La serata sarà ospitata dalla Cgil piacentina mercoledì 14, con inizio alle ore 21, presso il salone “Nelson Mandela” della Camera del lavoro di Piacenza, in via XXIV maggio 18, luogo naturale per una discussione sui temi del lavoro e in grado di accogliere le lavoratrici e i lavoratori interessati, che gli organizzatori auspicano possano essere numerosi. L’occasione è la pubblicazione nelle scorse settimane, avvenuta senza particolare attenzione dei mass media o reazioni importanti degli attori sociali direttamente interessati, degli ultimi quattro decreti legislativi previsti dalla Legge delega con cui il Parlamento aveva a suo tempo affidato la materia al Governo (tra l’altro con voto di fiducia). Cittàcomune ha invitato a discuterne anche con i presenti – che potranno intervenire – Gianni Bernardini, Alessandro Miglioli e Mino Politi. Bernardini, tra i fondatori di Cittàcomune, è da diversi anni direttamente impegnato “sul campo” nella prevenzione e repressione delle varie forme di lavoro illegale quale ispettore Inps, e ha militato molto a lungo nella Cgil piacentina, nella quale ha ricoperto anche ruoli dirigenti, in particolare nel settore del pubblico impiego. Sandro Miglioli, che coordinerà la serata, ha cominciato a occuparsi professionalmente di Diritto del lavoro sin dai primi anni Settanta, agli inizi della sua lunga carriera di avvocato, quando fu impegnato in prima persona nella gestione della lunga crisi dell’Arbos. Mino Politi si occupa da decenni di dinamiche del mercato del lavoro, con un’attenzione e un’intelligenza critica che vanno ben oltre il suo ruolo di dirigente aziendale (negli anni Novanta è stato tra l’altro assessore allo Sviluppo economico della Giunta Vaciago).

I temi e problemi oggetto del Jobs act sono molti e complessi: nuovi contratti di lavoro e prospettive dell’occupazione, licenziamenti e precariato, nuovo sistema degli ammortizzatori sociali, controllo a distanza dei lavoratori, vigilanza ispettiva, politiche attive del lavoro ecc. E naturalmente l’analisi e il giudizio intorno ad essi si intrecciano con più generali valutazioni sull’azione politica del Governo Renzi e sul reale andamento dell’economia italiana ed europea. La materia per discutere non manca certo.

sabato 23 maggio 2015

Ciclo "UOMINI SOTTOTERRA" II appuntamento

UOMINI SOTTOTERRA
Ordinaria follia e costi umani della guerra di trincea
A cento anni dall’entrata dell’Italia nella Grande Guerra, il 24 maggio 1915, Cittàcomune propone due incontri su quell’evento tragico e decisivo per l’intera storia del Novecento

STORIA INTIMA DELLA GRANDE GUERRA
Lettere, diari e memorie di soldati italiani dal fronte
(a cura di Quinto Antonelli, Donzelli, 2014)


Ne discutono tra loro e con i presenti
Quinto Antonelli e Piergiorgio Bellocchio


Quinto Antonelli è responsabile dell’Archivio della scrittura popolare presso il Museo storico del Trentino, per cui ha curato la collana «Scritture di guerra», edita col Museo storico della guerra di Rovereto. Ha collaborato a La Grande guerra, curata da Mario Isnenghi e Daniele Ceschin per Utet. Si occupa delle narrazioni autobiografiche della gente comune, dei processi di educazione, della storia delle guerre del Novecento.

Piergiorgio Bellocchio ha fondato e diretto le riviste “Quaderni piacentini” (1962-1984) e “Diario” (1985-93). Scrittore e saggista, è presidente di Cittàcomune.

Storia intima della Grande guerra. Dopo i lontani libri di Omodeo (Momenti della vita di guerra) e Spitzer (Lettere di prigionieri di guerra italiani, 1915-18), Antonelli pubblica oggi nuove lettere, diari e memorie di soldati italiani. Chi scrive queste pagine, diversamente dagli ufficiali colti, che quando scrivono alla famiglia scrivono un po’ anche per i posteri, è per lo più un soldato subalterno (che prima della guerra faceva l’operaio, il contadino, l’artigiano). La sua unica ambizione è quella di rivolgersi ai suoi famigliari, per difendere quel ponte comunicativo che il conflitto rischia di interrompere: «Ti raccomando di scrivermi presto onde potermi rallegrare un poco, perché la mia vita di trincea è peggiore a quella dei nostri porci». Si tratta di una ricchissima documentazione (che quasi sempre si sottrae alle norme ortografiche e sintattiche, e per questo può sembrare ingovernabile), raccolta presso il Museo storico del Trentino e a lungo esclusa dal racconto nazionale, in quanto considerata marginale, se non conflittuale: gli autori sono infatti «tutti» gli italiani, anche quelli che un secolo fa erano sudditi dell’Austria e combattevano per lo più sul fronte galiziano: trentini, giuliani, triestini. L’esigenza di ristabilire il contatto con la famiglia è a volte minacciata dalla impossibilità di comprendere: chi è a casa non sa cogliere una realtà per sua natura indicibile; chi è al fronte non concepisce atteggiamenti che appaiono irrispettosi, superficiali: «Capirai a noi qua si divora la rabbia nel sentire che in Italia fanno delle feste per la presa di gorizzia e suonare le campane si dovrebbero vergognare».

giovedì 21 maggio 2015

Ciclo "UOMINI SOTTOTERRA" I appuntamento


UOMINI SOTTOTERRA
ordinaria follia e costi umani della guerra di trincea
A cento anni dall’entrata dell’Italia nella Grande Guerra, il 24 maggio 1915, Cittàcomune propone due incontri su quell’evento tragico e decisivo per l’intera storia del Novecento

Piacenza giovedì 21 maggio 2015 ore 21
Auditorium Fondazione, via Sant'Eufemia 12
proiezione del film "SCEMI DI GUERRA"
L'alienazione mentale nelle trincee di tutta Europa
Immagini di repertorio e interventi di storici delineano un quadro sintetico della produzione seriale di morte e mutilazioni nella guerra di trincea, con particolare attenzione alle psiconevrosi che colpiscono in gran numero i soldati. 

Dopo la proiezione intervengono 
Piergiorgio Bellocchio
Giovanni Smerieri

lunedì 16 marzo 2015

Ottava assemblea annuale - il nuovo direttivo

L'ottava assemblea annuale di cittàcomune svoltasi sabato 28 febbraio 2015 nei locali della sede stessa ha eletto il proprio Comitato Direttivo confermando Piergiorgio Bellocchio presidente e Massimo Gardani tesoriere.

 Il Comitato Direttivo è stato scelto nelle persone di: Piergiorgio Bellocchio, Gianni Bernardini, Mohamed Berrahou, Enrico Bertè (detto Chicco, Livio Boselli, Maura Bruno, Giovanni Callegari, Gianni D'Amo, Massimo Gardani, Mario Giacomazzi, Sandro Miglioli, Sergio Rossi, Francesco Serio, Simona Soffiantini e Marco Tanzi.

All'interno del Comitato Direttivo è stato successivamente nominato il Coordinatore nella persona di Marco Tanzi.

sabato 21 febbraio 2015


la tessera 2015 dedicata a Pier Paolo Pasolini

Pier Paolo Pasolini nasce a Bologna nel 1922 da Carlo Alberto, ufficiale di carriera, e Susanna Colussi, maestra. Seguendo le destinazioni del padre, abita a Parma, Belluno, Cremona, Scandiano, Bologna, dove frequenta il Liceo e si laurea in Lettere con una tesi su Pascoli. Ma la patria del cuore (Heimat) è Casarsa del Friuli, paese della madre: qui trascorre le vacanze estive e vive stabilmente dal 1942 al ’49, mentre nel farsi adulto il venire alla luce dell’omosessualità si intreccia con la fascinazione del mondo contadino (da cui l’attenzione al rapporto lingua-dialetto, friulano prima, romanesco poi). Ventenne, crede fermamente che «gli unici grandi educatori dell’umanità sono i poeti». Le due vocazioni associate, la poetica e la pedagogica, sono precocemente produttive: da una parte Poesie a Casarsa (1942, prontamente apprezzato da Contini) e le prose autobiografiche Atti impuri e Amado mio (pubblicate postume, 1982); dall’altra la scuola domestica attivata con la madre per i figli dei contadini. Apolitico per natura, la caduta del fascismo gli accende un nuovissimo entusiasmo civile. Arruolato poco prima dell’armistizio, riesce a tornare a Casarsa: l’opzione ideale per la Resistenza è immediata, ma diversamente dai coetanei Calvino, Fenoglio, Meneghello, non sceglie la lotta armata («Poi ci fu la Resistenza/ e io/ lottai con le armi della poesia»). Partigiano è invece il fratello diciannovenne Guido, che muore tragicamente in uno scontro tra la sua Brigata Osoppo e i garibaldini comunisti. Ciò nonostante, Pasolini è comunista, impegnato nella campagna elettorale del ‘48, nel ‘49 segretario della sezione Pci di San Giovanni. Denunciato per corruzione di minorenni e atti osceni in luogo pubblico, è espulso dal partito e rimosso dall’insegnamento.
Nel 1950 “fugge” dal Friuli con la madre e sceglie Roma (dove «si vive ancora tra i palmizi, come a Bandung»): città letteraria ma senza case editrici importanti, senza industrie ma col cinema. Gli si spalancano le “vaste praterie” delle borgate romane: Primavalle, Quarticciolo, Tiburtino, Pietralata. Pasolini le percorre instancabilmente, con «disperata vitalità» e passione per i ragazzi, erotica e poetica a un tempo. Ne diventa il cantore, prima in parole e poi in immagini: il romanzo Ragazzi di vita esce nel ‘55, Una vita violenta nel ‘59. La lettura di Gramsci lo stimola a miscelare la lezione della stilistica con la sociologia. Nella raccolta di versi Le ceneri di Gramsci (‘57), canta «la fine del decennio in cui ci appare/ tra le macerie finito il profondo/ e ingenuo sforzo di rifare la vita». È già fine della Storia, e l’inizio di un lungo, combattuto disincanto. Ma la vita com’è, quella continua: Pasolini sceglie il cinema, avendo alle spalle la sola esperienza di sceneggiatore. Il poeta, il romanziere, il critico confluiscono nel regista. Nel 1961 esce Accattone, e poi Mamma RomaLa ricotta,Il Vangelo secondo MatteoUccellacci e Uccellini, e ancora Edipo reTeorema… fino al Salò-Sade: tra il ‘61 e il ‘75 praticamente un film all’anno. Il cinema lo rende famoso e ne esalta la vocazione di leader, già testimoniata da amici liceali e poi dai coetanei sodali bolognesi nella rivista “Officina” (1955-59). Chiamato da Piero Ottone nel ‘73 a scrivere in prima pagina sul “Corriere della Sera”, sa trovare lo stile che parla a un pubblico ben più vasto, mentre recensisce libri sul settimanale “Tempo”. Scritti corsari (‘75), Lettere luterane(‘76), Descrizioni di descrizioni (‘79) raccolgono quegli interventi.
Pasolini arriva all’appuntamento continuando a praticare la poesia (del ‘61 è La religione del mio tempo, del ‘64 Poesia in forma di rosaTrasumanar e organizzar del ‘71), ma anche attraverso un intenso impegno giornalistico. Negli anni tra la “grande trasformazione” e il Sessantotto (che lo attira inesorabilmente, ma con una pregiudiziale riserva sulla «nuova gioventù», prodotto del “boom”), tiene sui settimanali “Vie Nuove” (1960-65) e “Tempo” (‘68-70) una vivace e spregiudicata corrispondenza coi lettori (ora in I dialoghi, Editori Riuniti, 1992). Affina la sua «astuzia socratica», come ha scritto A. Berardinelli, in vista di quella «saggistica politica d’emergenza che è la vera invenzione letteraria degli ultimi anni». Il Pasolini che inchioda il potere, sa che l’Italia non è solo il Palazzo, «è un Paese ridicolo e sinistro: i suoi potenti sono delle maschere comiche, vagamente imbrattate di sangue: “contaminazioni” tra Molière e il Grand Guignol. Ma i cittadini italiani non sono da meno»: antropologicamente mutati, vittime consenzienti del “genocidio culturale” e dell’idolatria delle merci indotti dalla televisione. Il Pasolini “corsaro” degli ultimi anni descrive processi già studiati da Horkheimer e Adorno, Marcuse, Fortini, Barthes. Ma la sua originalità sta nel cogliere la violenza concentrata e improvvisa del loro compiersi in Italia, nel viverli come una irrimediabile lacerazione personale, nella comunicazione diretta, spoglia di ogni orpello culturalistico. Pasolini muore la notte del 2 novembre 1975 all’Idroscalo di Ostia, assassinato da un “ragazzo di vita”, verosimilmente col concorso di altri.

OTTAVA ASSEMBLEA GENERALE


sabato 28 febbraio 2015 ore 15,30-18,30 presso la sede in via Borghetto 2i (II piano)

OTTAVA ASSEMBLEA GENERALE
c i t t à c o m u n e
(l’assemblea è pubblica e aperta, oltre che ai soci, a tutti gli interessati)