"Bloggopolis"

La Piazza delle Idee nella Città del Dialogo

Le idee sono il motore di una realtà che vive e respira al di là della nostra sola mente. Ecco allora spuntare Bloggopolis, uno spazio contemporaneo per dar voce a una città saggia e antica che vuole parlare, dialogare e conversare del presente e del futuro. Una piazza in cui raccogliere, attraverso i vostri commenti, il 'sentiment' di una popolazione a volte silenziosa e timida, sicuramente generosa e propositiva. Una polis del nostro tempo, la cui piazza virtuale sia specchio di una città che ci sta a cuore. Piacenza ‘città comune’.


giovedì 28 luglio 2011

La lotta dei lavoratori Gesco-TNT. L'intervento di Giovanni Callegari

 
Ieri sera è stato firmato l’accordo sindacale che riguarda i lavoratori del consorzio Gesco in appalto presso la TNT, scesi in lotta da alcune settimane. Consideriamo che anzitutto questi lavoratori hanno avuto il merito, pagando di persona, di avere
imposto per qualche tempo all’attenzione di tutti il tema del Lavoro e delle sue condizioni, del salario, della condizione particolare dei lavoratori extracomunitari, nonché di quelli impiegati nelle cooperative e nella logistica. Su tali questioni Cittàcomune si era già attivata nel marzo 2009 proponendo all’attenzione dei piacentini un ciclo di conferenze, dibattiti e proiezioni di film presso la Camera del Lavoro di Piacenza con la collaborazione della stessa CGIL. Impegno che ha avuto seguito nel maggio del 2010 con una iniziativa presso la sala Giordano Bruno
organizzata in compartecipazione con l’associazione “Cambia l’Italia” e tutta incentrata sulle ambiguità della nuova "cooperazione”, che si aggiudica appalti a prezzi stracciati risparmiando illegalmente sui costi del lavoro e della sicurezza.
 Sono questioni che a nostro parere toccano i nervi scoperti di coloro che a vario titolo si occupano di lavoro. Di chi il lavoro ce l’ha, di chi non ce l’ha e di chi ce l’ha ma sottopagato e incerto. Toccano anche le organizzazioni sindacali, le associazioni e i partiti che si collocano nel centrosinistra ma anche altri soggetti: il mondo della cooperazione, le associazioni cattoliche, il volontariato ed infine istituzioni locali quali Comune e Provincia.
Chiediamo di non archiviare l’argomento una volta risolta la questione specifica TNT e segnaliamo anche un certo ritardo nell'affrontare la questione da parte dei sindacati confederali. In tal senso ci sembra un buon segnale che la CGIL abbia approntato una apposita task force di vigilanza per raccogliere e smascherare gli illeciti nel mondo del lavoro nel nostro territorio. Riteniamo inoltre che si imponga una riflessione sulle profonde differenze delle condizioni materiali tra lavoratori. Differenze che hanno rotto l’unità tra gli stessi lavoratori e che hanno dato origine a divisioni profonde. Pensiamo a chi dei diritti acquisiti ne fa un feticcio e a chi perdendo il lavoro (ed ammesso che lo ritrovi) di diritti non ne avrà più perché avrà cambiato la tipologia di assunzione. Pensiamo a chi i diritti non li ha mai acquisiti perché magari essendo giovane si è appena affacciato e a fatica al ciclo produttivo.
Pensiamo a coloro non possono esigere i loro diritti perché non sarebbero assunti, o sarebbero licenziati e, soprattutto se extracomunitari, sarebbero direttamente espulsi dal mondo del lavoro.
Certo ci saranno esigenze di impresa da considerare, tempestività, flessibilità, stagionalità, dimensione dell’azienda e se di tipo tradizionale o cooperativa….
Se dalla generalità dei lavoratori non sono accessibili i diritti universali, un salario contrattato e dignitoso, le ferie, la malattia, la libertà di associazione sindacale, i contributi sociali, la sicurezza sul lavoro, va da sé che, complice anche la durezza della crisi, non ci sarà più nessun lavoratore che avrà alcunché di acquisito. Pensiamo che il movimento cooperativo debba continuare a rappresentare valori di libera associazione e partecipazione tra lavoratori e che proprio a partire da questi valori dovrebbe rimarcare l’abissale differenza tra sé e quelle cooperative finte che servono solo per fornire manodopera a basso prezzo. Pensiamo che il movimento cooperativo in primis debba spingere per una legislazione che impedisca il proliferare di cooperative spurie e/o fasulle. Pensiamo che le associazioni degli imprenditori, che appaltano i lavori abitualmente al prezzo più basso e credono in questo modo di “competere” e soprattutto evitare il problema della gestione del personale e del rispetto dei contratti collettivi di settore, debbano ripensare ai loro modelli organizzativi, che hanno permesso il proliferare di questi fenomeni. Quando si tira troppo la corda sulle condizioni di lavoro e sulle retribuzioni il conflitto esplode inevitabilmente e il conto da pagare ai lavoratori, all’INPS, all’INAIL e al Fisco per le violazioni riscontrate ricade giustamente sull’impresa committente, che si accorge soltanto dopo di non aver fatto i conti con le conseguenze dei suoi comportamenti. Pensiamo anche che il Consiglio Comunale e quello Provinciale, i partiti e le associazioni dovrebbero aprire una seria riflessione sulla logistica a Piacenza su cosa abbia comportato in termini di cementificazione e impermeabilizzazione di vaste aree a ridosso della periferia, di quanto inquinamento da trasporto su gomma abbia portato, di quanti pochi lavoratori con elevata professionalità abbia assorbito e invece di quante false cooperative abbia generato. Forse quei lavoratori stranieri non avranno realizzati tutti i loro obiettivi, noi ci auguriamo di si, e comunque vada la nostra solidarietà, da lavoratori a lavoratori, è rivolta a loro. Le conquiste ottenute con le lotte che le generazioni passate dei lavoratori italiani hanno fatto dal dopoguerra per trent’anni, in Italia o all’estero da emigranti, sono per tutti e dovremmo rimproverarci se non si riuscisse a consegnarle alle future generazioni e a tutti i lavoratori.

per il Direttivo di Cittacomune

Giovanni Callegari

martedì 26 luglio 2011

Roy Paci & Aretuska - Nuntereggae Più

L'omaggio di Roy Paci & Aretuska a Rino Gaetano: una sfilza aggiornata di "nuntereggae più" che speriamo si possa cantare in tanti, sempre di più...

- Nuntereggae Più

venerdì 1 luglio 2011

A Piacenza le primarie del centrosinistra: sogno o realtà?

Pubblichiamo questo interessante intervento di Barbara Corso apparso sul quotidiano "Libertà" di oggi 1 luglio 2011 perché ci sembra condivisibile per molti aspetti e perché contribuisce ad aprire una positiva discussione nell'intero centrosinistra piacentino.
 
Il Partito Democratico non tema le primarie


Vorrei dare un mio piccolo contributo e –nelle mie intenzioni- un piccolo aiuto alla discussione del PD per le prossime amministrative di Piacenza, anche per raccogliere l’appello del segretario che sulla stampa si dice comprensibilmente stanco per i numerosi impegni e incarichi che riveste. Dalla sua nascita il PD sta cercando di costruire un modello innovativo di forma partito, all’altezza che stiamo attraversando: abbiamo preso atto che si va assottigliando la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, che le forme tradizionali di partecipazione sono insufficienti per dare risposte ad una domanda crescente di politica e che contemporaneamente –in un mondo dominato dai media, dalla tv e oggi anche da internet ai comizi si sostituiscono i talk show e i partiti di massa si trasformano in partiti di opinione. Può piacere o no, ma è un dato di realtà.
Per questo abbiamo raccolto la sfida di definire, anche attraverso la scelta delle primarie, strumenti innovativi e moderni, pur sempre perfettibili, di partecipazione, rappresentanza democratica e selezione della classe dirigente. Tra parentesi non credo che questo sia IL SOLO tratto identitario del PD, che dovrebbe invece concentrarsi con altrettanta determinazione nel definire una proposta politica chiara e condivisa a partire dai temi economici e sociali: oggi si pongono con indifferibile urgenza in un paese in affanno, che fatica a vedere vie d’uscita e cui viene progressivamente meno la coesione sociale. E ciò ricade drammaticamente anche sul nostro territorio, come dimostrano ancora le ultime vicende di RDB e della chiusura dei negozi in città. Tuttavia il PD ha sempre cercato di selezionare candidature e rappresentanze in modo coinvolgente e aperto, nel tentativo di ricucire un rapporto più forte con iscritti ed elettori, quel rapporto che nei partiti tradizionali e in una società meno complessa e “liquida” era garantito da un forte radicamento sociale e territoriale. Anche il PD locale sarebbe più forte se dimostrasse coerenza nelle scelte: la partecipazione non può essere messa in campo a fasi alterne, a seconda di chi ne trae vantaggio. Oggi commissioni e mediazioni di vertice sono promosse proprio da coloro che in altre recenti occasioni invocavano le primarie - peraltro sfondando una porta aperta - con toni aggressivi sui giornali. Gli stessi che avevano tradito –solo nel 2008- gli esiti delle primariette per le candidature al Parlamento, forzando a livello nazionale sulla composizione della lista nella direzione opposta a quella indicata dal territorio. Oggi la memoria collettiva è molto corta, ma non credo si possa andare avanti a corrente alternata. Con parole esplicite, le primarie non possono essere buone o cattive a seconda che siano utili ai candidati più graditi.
Non capisco quindi –o, meglio, preferirei non capire- quale sia la ratio del percorso del PD locale per le prossime comunali del nostro capoluogo: il vertice provinciale “scippa” al PD cittadino la facoltà di prendere le determinazioni in merito; il segretario, gli organismi e i circoli della città vengono coinvolti solo in parte e solo a seguito di una loro reazione a questo atteggiamento verticistico e anacronistico; si sostiene apertamente (forse l’innovazione è questa!?!) la necessità di un candidato unico del PD nel tentativo di imbavagliare la discussione tenendola il più possibile circoscritta, come se il PD, che sicuramente ha candidati competenti e autorevoli, dichiarasse pubblicamente il timore di confrontarsi con la coalizione; non si discute dei confini della coalizione, come non si discute della visione di Piacenza nei prossimi 10 anni, se non forse in qualche iniziativa tutta rivolta all’interno; si costituisce un’arcaica commissione, di cui non si capiscono, se ci sono, i criteri di rappresentanza; se non ci sono ,non se ne comprende la necessità: esiste un esecutivo, esistono commissioni di garanzia. Le amministrative a Milano e Torino ci hanno insegnato qualcosa: con il vento favorevole e in campo candidati autorevoli, non abbiamo nulla da temere dalle primarie. A Torino Fassino si è confrontato anche con altri candidati del PD, ma la sua serietà, la sua cifra, la sua credibilità non ne hanno certo risentito; anzi, ne sono uscite rafforzate. A Milano il PD si era presentato candidando solo Boeri alle primarie, ma Pisapìa, il candidato più competitivo, ha vinto ugualmente primarie e elezioni. Oggi a Piacenza ha timore delle scelte partecipate solo chi vuole indicare con obsoleti tatticismi un proprio successore e non pensa di aprire – pur nella continuità con la scorsa amministrazione - una nuova fase di progetto e di governo. L’immagine del PD piacentino scaturita in questi giorni è quella di una organizzazione che si chiude nel palazzo, impantanata nel tentativo di far passare come univoco il nuovo erede gradito a chi conta, più che concentrata in una discussione veramente plurale nei contenuti e nelle candidature, aperta e utile alla città. Avendo ovviamente a cuore i destini collettivi del mio partito, non riesco a restare in silenzio mentre vedo che sceglie di non raccogliere nelle proprie vele quel vento a noi favorevole che altrove spira nel paese. Bisogna decisamente invertire la rotta per poterlo intercettare anche qui.

Barbara Corso 
Iscritta al Pd