"Bloggopolis"

La Piazza delle Idee nella Città del Dialogo

Le idee sono il motore di una realtà che vive e respira al di là della nostra sola mente. Ecco allora spuntare Bloggopolis, uno spazio contemporaneo per dar voce a una città saggia e antica che vuole parlare, dialogare e conversare del presente e del futuro. Una piazza in cui raccogliere, attraverso i vostri commenti, il 'sentiment' di una popolazione a volte silenziosa e timida, sicuramente generosa e propositiva. Una polis del nostro tempo, la cui piazza virtuale sia specchio di una città che ci sta a cuore. Piacenza ‘città comune’.


sabato 4 dicembre 2010

Storia patria

"L’Italia s’è desta"
Un racconto sul Risorgimento

Le sezioni
ANPI e ANPPIA
di Casalpusterlengo,
in collaborazione con
in occasione del 150°anniversario dell’Unità d’Italia,
 
organizzano
un ciclo di tre incontri
presso l’Auditorium della
Scuola Media "G.Griffini",
V.lo Olimpo, Casalpusterlengo

4 dicembre 2010 ore 15.30
"Fatta l'Italia, fatti gli italiani?
I nodi irrisolti della storia della nazione."
Gianni D'Amo
Docente di storia e filosofia al liceo classico Novello di Codogno

domenica 24 ottobre 2010

1984 -lo spettacolo teatrale-

PIACENZA - TEATRO FILODRAMMATICI
- VIA S. FRANCA 33 - ORE 21

1984 (TEATRO - giovedì 28 ottobre ingresso euro 10)
Gli Incauti - Libera associazione teatrale - regia di Simone Toni








Brazil

(CINEMA - venerdì 29 ottobre ingresso libero)
Terry Gilliam (Gb-Usa 1985) - presentazione di Riccardo Anselmi

venerdì 15 ottobre 2010

Orwell e l'ombra lunga del totalitarismo

Piacenza - Teatro Filodrammatici, via S. Franca 33 - Mercoledì 20 ottobre ore 21

Orwell e l'ombra lunga del totalitarismo

La Fattoria degli animali e 1984

incontro a cura di Gianni D'Amo

Se il totalitarismo - per Orwell come per altri pensatori critici del Novecento, dalla Arendt a Adorno, da Anders a Bauman - è il venir meno negli individui della capacità di esperienza e pensiero, risultato della perdita di contatto con i propri simili e con la realtà circostante, allora è lecito interrogarsi sul presente. Per esempio, siamo sicuri che valanghe di frasi fatte e montagne di immagini virtuali non ingombrino oggi la nostra vita addirittura più pervasivamente che nella cupa antiutopia orwelliana?

venerdì 8 ottobre 2010

George Orwell, scrittore e militante


Piacenza - Teatro Filodrammatici,
via S. Franca 33
Mercoledì 13 ottobre ore 21

Da La strada di Wigan Pier
a Omaggio alla Catalogna.
GEORGE ORWELL, SCRITTORE E MILITANTE
incontro a cura di Piergiorgio Bellocchio

Irving Howe ha detto felicemente di Orwell: "Aveva il miglior naso della sua generazione: la sua mente poteva a volte tradirlo, il suo naso mai". Ma queste antenne così eccezionalmente sensibili agli odori immondi della miseria, dell'ingiustizia e della menzogna non sono, sappiamo, un dono di natura. Presuppongono una scelta etica netta, integrale, esigono un esercizio coerente e ostinato. La giustizia e l'uguaglianza, prima ancora di essere obiettivi politici, erano per Orwell la misura a cui conformare gli atti dell'esistenza quotidiana, l'occhio, il "fuoco" dell'attenzione.
(Piergiorgio Bellocchio, 1983)

venerdì 1 ottobre 2010

Orwell 2010

Orwell 2010 è una riflessione sulla prima metà del Novecento (e sul presente) a partire dalla vita e dall’opera di George Orwell, che da militante e scrittore ne ha attraversato i decenni decisivi, tra imperialismo e nazionalismo, condizione operaia e ragioni del socialismo, pace e guerra, speranze rivoluzionarie e involuzione autoritaria, società di massa e pulsioni totalitarie. Sempre teso a praticare le responsabilità etico-politiche dello scrittore.

Piacenza - Teatro Filodrammatici, via S. Franca 33 - Mercoledì 6 ottobre ore 21

Terra e libertà

(di Ken Loach, 1995)
ingresso gratuito, presentazione di Riccardo Anselmi

Cominciare con la Guerra civile spagnola (1936-1939) è ineludibile: lì Orwell, che vi partecipa direttamente, scopre la fraternità nelle rerlazioni umane come base del socialismo, lì incontra e subisce il totalitarismo, innanzitutto come menzogna e patente falsificazione della realtà. Il film di Ken Loach, Terra e libertà, ricostruisce in modo efficace il secolare sfruttamento dei contadini spagnoli e il tentativo di trasformare la guerra civile in radicale rivoluzione sociale. Nella seconda parte, il film ripropone esplicitamente la guerra interna al fronte repubblicano, a partire dal duro scontro che oppone comunisti, anarchici e trockisti a Barcellona nel maggio-giugno del 1937, subìto dallo stesso Orwell e prontamente documentato in Omaggio alla Catalogna...

venerdì 24 settembre 2010

Germoglia un quartiere

Quartiere 3


Domenica 26 settembre 2010
Biciclettata nel quartiere

Giovedì 14 ottobre 2010
Realtà del quartiere


Mercoledì 27 ottobre 2010

Sogni e bisogni...


clicca sui volantini per leggere il programma dell'iniziativa







mercoledì 15 settembre 2010

Iniziativa sul sindacato

Piacenza, Giovedì 16 settembre, alle ore 21
Auditorium “S. Maria della Pace”, Via Scalabrini 19

LAVORO – SOCIETA' – SINDACATO

“Cara Cgil, parliamone…”

Incontro pubblico: discuteranno tra loro e con i presenti

Alberto Bellocchio,
Carlo Berra, Maurizio Mantovani

Il lavoro nel mondo globalizzato cresce esponenzialmente, in modo inversamente proporzionale alla sua visibilità pubblica. La nostra vita quotidiana dipende sempre più da ciò che si produce nelle sterminate periferie industriali asiatiche o nelle miniere sudamericane, ma è come se non lo sapessimo. Certamente ne parliamo troppo poco.
Nel nostro Paese una larga fetta di lavoro subordinato è esclusa, almeno in parte, da diritti e ammortizzatori sociali: operatori di call center o conduttori di sistemi automatici, lavoratori autonomi di seconda generazione o giovani laureati stretti tra precarie collaborazioni editoriali e altri lavori occasionali, stranieri “invisibili” (spesso “associati” in cooperative fasulle), che tutti i santi giorni operano nell’edilizia e tutte le notti mandano avanti la logistica anche nella nostra città…
È tale la svalutazione economica e culturale del lavoro nell’Italia di oggi, che il problema non appare neppure come titolo nelle “emergenze” individuate dal governo Berlusconi per proseguire la sua azione, mentre riaprono le fabbriche con centinaia di migliaia di lavoratori in meno e centinaia di tavoli per la cassa integrazione in più. D’altra parte, nel dibattito in corso su un nuovo sistema di relazioni industriali, l’opposizione di centro-sinistra e il movimento sindacale non riescono a far emergere una proposta forte, che riaffermi dignità e valore del lavoro, nella dimensione globale dell’economia e a partire da un tessuto produttivo italiano massicciamente connotato da piccola e piccolissima impresa.

A noi pare che nella rottura del nesso tra lavoro e politica, tra lavoro e trasformazione sociale consapevole, stia la ragione principale della caduta del valore del lavoro. E che su questo sfondo vada sviluppato un dibattito franco sulle difficoltà del sindacato e della Cgil, nel nostro Paese e a Piacenza.

Nella nostra provincia si è recentemente concluso un difficile congresso della Cgil, con l’arrivo di un Segretario della Camera del lavoro non piacentino e l’esclusione dagli organismi dirigenti degli esponenti della Lista alternativa. Hanno certo pesato le brutte vicende locali degli ultimi tempi, dall’indagine sull’ex Direttore dell’Ufficio del lavoro, che vede coinvolti imprenditori e sindacalisti (tra gli altri, l’ex segretario della Cisl), a quella sul tesseramento Spi. Non si può sorvolare sulle responsabilità personali (giuridiche e politico-morali) e non ci si può chiudere in una logica tutta interna. Non può farlo – crediamo – la Cgil, forza costitutiva della democrazia italiana, imprescindibile per un’alternativa all’attuale degrado politico-sociale, un sindacato che ha saputo essere casa comune della sinistra anche in momenti di forte tensione interna (basti pensare al duro scontro sulla scala mobile nel 1984). Per l’intero dopoguerra, la Cgil ha cercato di essere sindacato dei lavoratori e dei lavori, non solo degli iscritti, tenacemente impegnata a contrastare quella tendenza alla corporativizzazione che già Gramsci individuava come costante negativa della società italiana: abbiamo tutti bisogno che continui ad essere una grande e attiva protagonista dell’economia, della società, della cultura italiana.

sabato 4 settembre 2010

Lodi 12 Settembre 2010

L’ANPI provinciale di Lodi organizza

La Resistenza cammina ancora


Lodi
c/o Area del Capanno

domenica 12 settembre ore 10,00
Taci! Il nemico ti ascolta!
Come sta la libertà di opinione e di stampa (art. 21 della Costituzione italiana)nell’Italia del centro destra


Tavola rotonda

Interventi di:
Carlo Smuraglia, presidente ANPI Milano,
Antonella Mascali, giornalista di Radio Popolare,
Ferruccio Pallavera, direttore de Il Cittadino,
Gianni D’Amo, consigliere comunale di Piacenza,
Roberto Nalbone, direttivo ANPI provinciale del Lodigiano
Coordina:
Tullio Montagna, vicepresidente ANPI Lombardia
prima festa provinciale dell’ANPI

lunedì 24 maggio 2010

Comitato parco della Pertite

C o m i t a t o P a r c o P e r t i t e

5 giugno 2010 Ora: 10.00


L’evento epocale per Piacenza
sarà quello di formare un gigantesco abbraccio al Parco della Pertite in modo di dimostrare che i cittadini di Piacenza vogliono che questa area divenga un grande e vero
BOSCO in CITTA’
Il programma:
0re 10 ritrovo dei Partecipanti e inizio dell’abbraccio chedovrà cingere tutto il perimetro della Pertite (2,5 Km) L’abbraccio si concluderà alle 11.30. Il segnale dell’avvenuto compimento dell’abbraccio sarà annunciato da Radio Sound che seguirà l’intero evento.

C o m i t a t o P a r c o P e r t i t e

La base di partenza per l’Abbraccio è presso la grande area verde comunale a fianco del parcheggio del Centro Commerciale Farnese di via PRIMO MAGGIO.

Amici Parco della Pertite
Contatto: Tel.: 0523.332666

mercoledì 19 maggio 2010

Incontro in piazzetta S: Agnese



"I ragazzi" di Sant’Agnese
protagonisti della Resistenza





L’Associazione Nazionale dei Partigiani Italiani, di Piacenza
promuove per

Sabato 22 Maggio - ore 17

INCONTRO POPOLARE
nella P.tta di Sant’Agnese

per ricordare i partigiani di questo quartiere che
contribuirono alla Liberazione dell’Italia dal nazifascismo

Con presentazione del volume
"Memorie di un partigiano"
di Giulio Donazzi

Interverranno:
MARIO CRAVEDI, presidente provinciale dell’Anpi
ETTORE CARRA’, storico, collaboratore del libro
GIANNI D’AMO, insegnante, amministratore pubblico


Assieme ai partigiani Carlo ed Ettore Bernardelli, Mario De Gasperi, Quinto Canevari, Ettore Carrà, Giulio Donazzi, Walter Gabbiani, Lodovico Mosconi, Vico Paveri, sarà ricordata la figura di Emilio Canzi "Franchi", comandante in capo di tutti i partigiani piacentini, nato in Cantone della Camicia, con proposta di dedicare una targa alla sua perenne memoria.

(L’incontro si concluderà con un rinfresco)

SONO IN PARTICOLARE INVIATATI AD INTERVENIRE
GLI ABITANTI DEL QUARTIERE DI SANT’AGNESE

lunedì 3 maggio 2010

La forza dei bisogni e le ragioni della libertà


Giovedì 6 maggio 2010 ore 21 Piacenza, Teatro Filodrammatici
via S. Franca 33
presentazione del volume miscellaneo curato da
Franco Sbarberi (Diabasis, 2008)

La forza dei bisogni e le ragioni della libertà
Il comunismo nella riflessione liberale e democratica del Novecento. Da Weber a Pareto e Schumpeter, da Gobetti a Rosselli, da Koestler a Orwell, da Aron e Hannah Arendt a Bobbio...

Ne discutono tra loro e con i presenti
Franco Sbarberi e Piergiorgio Bellocchio

Franco Sbarberi è professore ordinario di Filosofia politica dell’Università di Torino. Tra le sue pubblicazioni sul pensiero politico comunista e liberaldemocratico si ricordano: Ordinamento politico e società nel marxismo di Antonio Labriola (Milano, 1986); Gramsci: un socialismo armonico (Milano, 1986); L’utopia della libertà uguale. Il liberalismo sociale da Rosselli a Bobbio (Torino 1999); Democrazia e conflitto nella sinistra italiana del Novecento in AA.VV., Le radici storico-filosofiche della democrazia (Torino, 2006); Postfazione a N. Bobbio, Contro i nuovi dispotismi. Scritti sul berlusconismo. Il volume La forza dei bisogni e le ragioni della libertà propone gli atti del convegno organizzato dalla Fondazione Istituto piemontese Antonio Gramsci nel 2007.

Piergiorgio Bellocchio
ha fondato nel 1962 e diretto per circa vent’anni “Quaderni piacentini”. Dal 1985 al 1993 ha pubblicato, con Alfonso Berardinelli, la rivista “Diario”. Tra i volumi che raccolgono i suoi scritti saggistici e critici: Dalla parte del torto (Einaudi, 1989), L’Astuzia delle passioni (Rizzoli, 1995), Oggetti smarriti (Baldini & Castoldi, 1996) e Al di sotto della mischia (Libri Scheiwiller, 2007). È presidente di “cittàcomune”.

venerdì 23 aprile 2010

Il lavoro e la crisi

Giovedì 29 Aprile 2010, ore 21

Piacenza Coop. Vicolo del Pavone

via G. Bruno 6

IL LAVORO E LA CRISI

A PIACENZA

Diritti perduti e trasformazioni dell’economia e della forza lavoro nel nostro territorio


Ne discutono tra loro e con i presenti:

Marco Carini (consigliere regionale PD),

Giovanni Callegari (coordinatore di Cittàcomune),

Marco Marchetta (Cambia l’Italia),

Gianni Bernardini (ispettore INPS),

Marco Efori (segretario FILT-CGIL),

Stefano Zanaboni (cooperatore).

A quasi due anni dall’inizio della crisi economica globale si avvertono anche a Piacenza le conseguenze in termini di disoccupazione. Diverse imprese chiudono l’attività, altre fanno ricorso alla cassa integrazione, e la crisi non è finita. Mentre molte persone perdono il posto di lavoro senza alcuna tutela, altre hanno visto ridursi drasticamente il loro reddito. E’ ormai evidente la disparità di diritti in materia di ammortizzatori sociali e manca da tempo una politica industriale, mentre nel paese torna a crescere l’economia sommersa e il governo pensa ad approvare una Legge delega (rinviata alle Camere) in materia di “licenziamenti e arbitrato”. Il presente ripropone l’esigenza di conoscere meglio gli effetti della crisi sul mondo del lavoro e sul modello di sviluppo che coinvolge il nostro territorio. Piacenza sta vivendo un periodo particolare, in cui il Direttore dell’Ufficio del Lavoro è stato addirittura incarcerato per un’indagine che coinvolge anche diversi imprenditori, sindacalisti ed alcune cooperative operanti nel nostro territorio. Fra le questioni da affrontare c’è anche il futuro della cooperazione, un settore che a Piacenza ha visto negli ultimi anni uno sviluppo anomalo, in particolare nel settore della logistica, un settore che riguarda migliaia dilavoratori invisibili (molti dei quali extracomunitari).

venerdì 2 aprile 2010

Mercoledì 14 aprile - Rileggere Marx oggi, nella crisi globale


STORIA E CRITICA DEL PRESENTE.
Utopia e realtà del socialismo novecentesco

Piacenza, Teatro dei Filodrammatici, via S. Franca 33, ore 21

A vent’anni dalla caduta del Muro di Berlino e dall’implosione dell’esperienza sovietica, la Storia non è finita. Il presente ripropone l’esigenza di un sapere critico del capitalismo globale in cui viviamo. L’esito totalitario del comunismo e l’offuscarsi di una prospettiva socialista lasciano tuttavia irrisolti problemi vecchi e nuovi: la crescente minaccia all’equilibrio ecologico, la mercificazione delle relazioni umane, la contraddittorietà teorica e pratica del neoliberismo, l’affermazione di un’idea di libertà che sappia includere anche il superamento delle drammatiche diseguaglianze sociali, innanzitutto tra Nord e Sud del mondo.

Mercoledì 14 aprile 2010 presentazione del volume di

Diego Fusaro

"Bentornato Marx! Rinascita di un pensiero rivoluzionario"
(Bompiani, 2009)


Rileggere Marx oggi, nella crisi globale

Ne discutono tra loro e con i presenti:
Diego Fusaro, Luca Grecchi, Franco Toscani



Diego Fusaro (Università Vita-Salute San Raffaele di Milano) è un giovane e acuto studioso del pensiero di Marx e delle sue molteplici declinazioni otto-novecentesche. Prima di Bentornato Marx! Rinascita di un pensiero rivoluzionario, ha curato per Bompiani l’edizione bilingue di varie opere di Marx. Tra i suoi lavori recenti, tre studi monografici sul pensiero marxiano: Filosofia e speranza (2005), Marx e l’atomismo greco (2007), Karl Marx e la schiavitù salariata (2007).

Luca Grecchi (Codogno, 1972) dirige con Diego Fusaro la rivista di filosofia “Koinè” e ha pubblicato diversi saggi sulla filosofia antica, dai classici greci alle filosofie orientali. Per Petite Plaisance, Pistoia, 2005, ha pubblicato: con Umberto Galimberti Filosofia e biografia, con Costanzo Preve, Marx e gli antichi Greci. Tra i suoi saggi marxiani precedenti, Karl Marx nel sentiero della verità e Verità e dialettica. La dialettica di Hegel e la teoriadi Marx (Crt, Pistoia 2003).

Franco Toscani vive a Piacenza dove è nato nel 1955 e insegna Filosofia. Collabora con la cattedra di Filosofia teoretica dell’Università statale di Milano. Saggista e critico, nel 2003 ha pubblicato la plaquette di poesie La benedizione del semplice (Blu di Prussia, Piacenza, prefazione di Carlo Sini). È collaboratore di diversi giornali e riviste, ha pubblicato testi filosofici per Bompiani e Cluep Padova.

giovedì 11 febbraio 2010

Iscrizione 2010

Sono aperte le iscrizioni per l'anno 2010

La nuova tessera dedicata a George Orwell


George Orwell (1903-1950)


Eric Blair (il futuro George Orwell) nasce nel 1903 a Motihari, in Bengala, dove il padre Richard è un modesto funzionario dell’Amministrazione britannica. Dopo la preparatory school a St Cyprian (su cui ci lascerà lo splendido racconto postumo Giorni felici), è ammesso a Eton con una borsa di studio per alunni meritevoli, ma nel 1922 abbandona gli studi e si arruola nella Polizia imperiale indiana. Parte per la Birmania e vi trascorre cinque anni, nei quali acquisisce "sul campo" quella "conoscenza dell’imperialismo dall’interno", di cui troviamo gli echi nel romanzo Giorni in Birmania e in straordinari racconti autobiografici come Un’impiccagione e L’uccisione dell’elefante.
"Quando nel 1927 tornai in patria in licenza - scrive - ero già parzialmente deciso ad abbandonare il mio lavoro… Sentivo di dovermi sottrarre non soltanto all’imperialismo, ma ad ogni forma di dominio dell’uomo sull’uomo… In quel periodo, il fallimento mi sembrava essere la sola virtù. Ogni sospetto di carriera, di "successo" nella vita anche solo nel senso di riuscire a guadagnare qualche centinaio di sterline l’anno, mi pareva spiritualmente turpe… Mi rendevo conto ora che non c’era nessun bisogno di andare fino in Birmania per trovare la tirannide e lo sfruttamento. Qui, in Inghilterra, sotto i tuoi piedi, c’era la sommersa classe operaia che, in maniera diversa, pativa sofferenze altrettanto profonde".
Esperienza diretta e disinteresse personale: su queste basi poggia sin dall’inizio il socialismo morale di Orwell, inscindibile dalla politica della verità. Per lui l’intelligenza è indivisibile dall’onestà, lo stile dalla lealtà, sempre.
Il successo improvviso e mondiale della Fattoria degli animali e di 1984, favorito e strumentalizzato dalla Guerra fredda, nasconde ai più, da oltre mezzo secolo, la lunga, caparbia esperienza dell’oppressione, dell’avvilimento, della ribellione (non solo alla prepotenza, ma all’ipocrisia e alla menzogna), che accompagna l’intera vita di Orwell, militante e scrittore. Anche libri assai meno conosciuti come Senza un soldo a Parigi e a Londra, La strada di Wigan Pier, Omaggio alla Catalogna, saggi come Nel ventre della balena, Il leone e l’unicorno, Come muoiono i poveri, Riflessioni su Gandhi sono tra i migliori esempi di letteratura politica e giornalismo sociale del XX secolo. E fanno di Orwell, a sessant’anni dalla morte, uno degli autori indispensabili per capire il nostro tempo e i nostri problemi.



Piccola antologia orwelliana


Tutte le persone che lavorano con le mani sono in parte invisibili e quanto più importante è il lavoro che compiono, tanto più invisibili diventano… Forse il minatore, più di ogni altro, rappresenta il tipico lavoratore manuale… così invisibile, si può dire, che siamo capaci di dimenticarlo come il sangue che ci scorre nelle vene… Quando lo osservi, ti fa comprendere che è solo perché i minatori sudano sangue che le persone "superiori" possono restare tali. Voi, io, il direttore del "Times Literary Supplement", i poeti e l’Arcivescovo di Canterbury, il Compagno X autore de "Il Marxismo per i bambini" – tutti noi siamo debitori per la relativa dignità delle nostre esistenze a quei poveri diavoli, neri fino alla punta dei capelli, con la gola piena di polvere, le forti braccia che sollevano le pale, i muscoli d’acciaio del loro ventre. (1937)

Mentre scrivo, individui altamente civilizzati mi volano sulla testa, cercando di uccidermi. Essi non mi odiano personalmente, io non li odio. Non fanno che "compiere il loro dovere". Senza dubbio, sono per la maggior parte persone cortesi, rispettose della legge. Quali privati cittadini, non si sognerebbero mai di uccidere nessuno. D’altra parte, se uno di essi riesce ad annientarmi con una bomba ben centrata non avvertirà ombra di rimorso, non avrà sonni turbati da incubi. Serve il suo paese, che ha la facoltà di assolverlo da ogni colpa. (1940)

All’interno l’Inghilterra continua ad essere il paradiso dei ricchi. Le frasi sulla "uguaglianza dei sacrifici" sono fanfaluche. Mentre agli operai delle fabbriche si chiede di prolungare il loro orario di lavoro, la stampa è piena di annunci pubblicitari di questo tipo: "Cercasi maggiordomo famiglia persona sola, personale servizio otto"… La signora in Rolls Royce fa più danno al morale di una squadra di bombardieri di Göring. (1940)

La democrazia britannica non è poi quella truffa che qualche volta sembra. Un osservatore straniero nota la grande disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza, il sistema elettorale disonesto, il controllo della classe dominante sulla stampa, la radio, l’istruzione e ne conclude che la democrazia è semplicemente un eufemismo per dittatura. Ma chi giunge a queste conclusioni ignora il profondo accordo che disgraziatamente esiste tra chi comanda e chi ubbidisce. Per quanto rincresca ammetterlo, è quasi sicuro che negli anni che vanno dal 1931 al 1940, il governo nazionale interpretò il volere delle masse. Furono le masse ad accettare gli slum, la disoccupazione e una politica estera vigliacca. Fu un periodo di ristagno e i suoi capi naturali furono, come è giusto, delle mediocrità. (1941)

Sino alla fine dell’agosto 1939 gli industriali inglesi facevano a pugni tra loro per vendere alla Germania stagno, caucciù, rame e gomma-lacca, sebbene tutti sapessero, senza possibilità di dubbio, che la guerra sarebbe scoppiata di lì a due o tre settimane. Si trattava di una decisione sensata, come sarebbe quella di vendere un rasoio a chi voglia tagliarvi la gola. Ma era un buon affare. (1941)

Quando si eccettuino pochi terreni pubblici che sono sopravvissuti (le strade maestre, le terre del National Trust, un certo numero di parchi e la spiaggia sotto il livello dell’alta marea), ogni centimetro quadrato dell’Inghilterra è posseduto da poche migliaia di famiglie. Sono persone utili su per giù come i vermi solitari. (1944)

In ultima analisi il nostro maggior titolo alla vittoria è che, se vinciamo la guerra, ne narreremo la storia con ben minori menzogne di quanto farebbero i nostri avversari. La cosa veramente terrificante dei regimi totalitari non sono le atrocità che commettono, ma la loro ostilità verso la verità obiettiva. Infatti vorrebbero controllare il passato non meno del futuro. (1944)

Questo è ciò che si deve ricordare per vedere la guerra spagnola nella sua vera prospettiva. Quando si pensa alla crudeltà, allo squallore e alla futilità della guerra – e in questo caso agli intrighi, alle persecuzioni, alle menzogne e alle incomprensioni – si avverte sempre la tentazione di dire: "Uno vale l’altro ed io resto neutrale". Ma in pratica non si può restare neutrali e non esiste una guerra dove non abbia importanza la parte che vince. Quasi sempre una parte sta, più o meno, per il progresso, l’altra, più o meno, per la reazione. L’odio che la Repubblica spagnola destò in milionari, duchi, cardinali, gente del bel mondo, militari, e chi più ne ha più ne metta, basterebbe da solo a mostrare chi aveva ragione. In fondo era una lotta di classe. Se la Repubblica avesse vinto, il partito della povera gente si sarebbe rinforzato in tutto il mondo. Invece perse e i capitalisti di tutto il mondo si fregarono le mani. Quello era il vero nodo. Tutto il resto non era che fumo. (1944)

Credo che, conservando il proprio amore infantile per alberi, pesci, farfalle e… rospi, ci si prepari meglio un pacifico e onesto futuro, mentre invece sostenendo che nulla deve essere ammirato, tranne l’acciaio e il cemento armato, si renda più probabile una situazione in cui gli esseri umani non avranno altro sfogo per le loro superflue energie se non l’odio e l’adorazione di un qualche duce. (1946)

Lasciando aperta la nostra mente alla valanga di frasi fatte, esse ci costruiranno da sole i periodi – penseranno i nostri pensieri, in una certa misura – e al momento opportuno ci renderanno il prezioso servizio di occultare anche a noi stessi il significato di ciò che diciamo e scriviamo. È a questo punto che diventa chiaro il legame tra la politica e la degradazione della lingua… Quando esiste un divario tra i propri fini dichiarati e quelli reali, ci si rivolge ai paroloni e alle lingue morte, come le seppie che spruzzano inchiostro… Quel che è soprattutto necessario è che sia il significato a scegliere la parola, e non il contrario. Nello scrivere, la peggior cosa che si possa fare con le parole è arrendersi ad esse. (1946)

mercoledì 3 febbraio 2010

Nucleare: incontro a Piacenza

NUCLEARE A PIACENZA ED IN ITALIA, COSA FARE?
Il Governo ha effettuato la scelta del ritorno al nucleare, imponendola dall’alto a Regioni, Province e Comuni, non si conoscono ancora i siti ma Caorso rischia di continuare ad essere “l'incubo di casa nostra” essendo in “pole-position” tra le aree in cui riproporre l'avventura nucleare. Molte realtà stanno già lavorando ed impegnandosi su questo tema ed è quindi il momento di cercare un incontro, anche sul nostro territorio, di pensieri, saperi, volontà ed iniziative per contrastare una scelta che ricadrà in termini economici, ambientali e sociali su tutti i piacentini. Per questo il Circolo Legambiente di Piacenza propone un incontro pubblico a tutti i cittadini, associazioni e movimenti interessati a dibattere il problema del nucleare e trovare insieme un percorso di iniziative ed interventi sul territorio attraverso gli strumenti ed i metodi che si riterrà più opportuno adottare.
VENERDI' 5 Febbraio alle ore 21
presso La Circoscrizione n 3
Via Martiri della Resistenza Piacenza