"Bloggopolis"

La Piazza delle Idee nella Città del Dialogo

Le idee sono il motore di una realtà che vive e respira al di là della nostra sola mente. Ecco allora spuntare Bloggopolis, uno spazio contemporaneo per dar voce a una città saggia e antica che vuole parlare, dialogare e conversare del presente e del futuro. Una piazza in cui raccogliere, attraverso i vostri commenti, il 'sentiment' di una popolazione a volte silenziosa e timida, sicuramente generosa e propositiva. Una polis del nostro tempo, la cui piazza virtuale sia specchio di una città che ci sta a cuore. Piacenza ‘città comune’.


domenica 19 novembre 2017

SECONDO NOVECENTO Ciclo su Franco Fortini - Secondo appuntamento

SECONDONOVECENTO 

FRANCO FORTINI 
TRE INCONTRI NEL CENTENARIO DELLA NASCITA
Piacenza Auditorium Fondazione via S.Eufemia 12

Cittàcomune propone tre serate per ricordare Franco Fortini (1917-1994) e riflettere sulla sua attività di saggista e poeta, traduttore, critico, testimone.

Giovedì 23 novembre ore 21 – secondo incontro 
Prima e dopo il ‘68. Cultura e politica 
Presenza e rilevanza della ‘voce’ di Fortini nei “quaderni piacentini”
Ne parla e discute con i presenti Piergiorgio Bellocchio

Piergiorgio Bellocchio ha fondato con Grazia Cherchi nel 1962 e diretto per oltre vent’anni “quaderni piacentini”, la più importante rivista della Nuova sinistra italiana. Pur privilegiando la scrittura critico-saggistica, ha esordito come narratore con I piacevoli servi (Mondadori 1966). Dal 1985 al 1993 ha pubblicato “Diario”, rivista interamente scritta e autoprodotta con il solo Alfonso Berardinelli, in compagnia di grandi del passato di volta in volta antologizzati (ristampa fotografica integrale, Diario, Quodlibet 2010). La sua precedente produzione è raccolta in vari volumi, tra cui: Dalla parte del torto (Einaudi, 1989), Eventualmente e L’astuzia delle passioni (Rizzoli, 1993 e 1995), Oggetti smarriti (Baldini& Castoldi, 1996), Al di sotto della mischia. Satire e saggi (Libri Scheiwiller, 2007). È presidente onorario di Cittàcomune, dopo esserne stato per molti anni il presidente effettivo. 

Franco Fortini (pseudonimo di Franco Lattes) nasce a Firenze nel 1917. Frequenta l’ambiente intellettuale fiorentino, con una precocissima avversione per l’Ermetismo e l’antifascismo crociano o estetizzante dei coetanei. Ebreo il padre, cattolica la madre, entrambi non osservanti, ebbe un’educazione laica. Nella lettura della Bibbia, di Calvino, dell’esistenzialismo di Karl Barth sviluppa una vocazione religiosa, fino all’adesione, ventenne, alla Chiesa Valdese: (“diventare cristiano fu il mio détour per diventare socialista”). Laureato in Legge e in Lettere, nel 1941 è chiamato alle armi. Tra la caduta di Mussolini e l’8 settembre è nella Milano devastata dai bombardamenti, dove assiste al crollo militare e civile del Paese. Ripara clandestinamente in Svizzera: qui riceve da Silone nel ’44 la prima tessera del Partito socialista, che manterrà fino al ’58. 
Dal 1945 si stabilisce a Milano. Tra gli animatori della rivista di Vittorini «Il Politecnico» (‘45-47), è scrittore e appassionato ideologo, analista delle idee in quanto inseparabili dalle scelte morali e dall'azione politica, con un’acutezza e una sensibilità tormentate e tormentose. Diviso fra Marx e Kierkegaard, situa nel lavoro culturale il trait d’union tra politica e vita, tra noi e io. “La parola cultura - scrive già nel 1945 - fa pensare ai libri o allo studio… Per noi cultura è invece il modo nel quale gli uomini producono quanto è necessario alla loro esistenza, la particolare maniera, mutevole per il mutare dei mezzi di produzione, con la quale essi entrano in rapporto con gli altri uomini e con le cose. Cultura è la forma nella quale gli uomini, nella loro storia, si sono scambiati i prodotti del lavoro, costruite capanne e cattedrali, scelte le parole dell’amore; è la forma varia nella quale hanno fissato i costumi, i riti, le leggi; arato i campi, esplorato il mare, condotto gli eserciti, speculato i cieli, composto i poemi”. 
Fortini lavora come giornalista («Avanti!»), pubblicitario (Olivetti), consulente editoriale, insegnante in Istituti tecnici milanesi e poi all'Università di Siena. All'opera di poeta e traduttore, affianca l’intensa attività di saggista-critico. Tra gli anni ’50 e i ’70 scrive principalmente su riviste militanti: «Discussioni» (1949-53), «Officina» (1955-59), «Ragionamenti» (1955-57), «quaderni piacentini» (1962-84); successivamente anche su settimanali e quotidiani di ampia tiratura («Corriere della Sera», «L’Espresso», «Il Sole 24 ore», «il manifesto»). 
La sua produzione poetica e le sue scritture militanti confluiscono in molti volumi. Da Einaudi escono Foglio di via e altri versi (1946) e il diario di un viaggio in Cina Asia maggiore (1956); negli stessi anni per Comunità traduce Kierkegaard e Simone Weil, e successivamente Proust, Éluard e, in collaborazione con la moglie Ruth Leiser, Brecht, e il Faust di Goethe in dialogo con l’amico Cases. Nel 1957, all'indomani della rivolta ungherese, pubblica da Feltrinelli Dieci inverni 1947-57. Contributi a un discorso socialista, estremo tentativo di riannodare nell'autocritica il filo di un socialismo possibile, dopo le traciche delusioni seguite alle speranze della Resistenza. Tra i primi a cogliere i segni della modernizzazione capitalistica anche in Italia (del 1961 è la Lettera ad amici di Piacenza, poi in L’ospite ingrato, De Donato 1966), negli anni ’60-’70 Fortini è uno dei “padri” della Nuova sinistra. Prima e dopo il Sessantotto, ridefinisce radicalmente i rapporti tra intellettuali e potere in molti saggi e libri: Verifica dei poteri. Scritti di critica e di istituzioni letterarie (Il Saggiatore, 1965), I cani del Sinai (De Donato, 1967), Saggi italiani (De Donato, 1975), Questioni di frontiera. Scritti di politica e letteratura 1965-1977 (Einaudi, 1977). Raccoglie la produzione poetica in Una volta per sempre. Poesie 1938-1973 e Paesaggio con serpente. Versi 1973-1983 (Einaudi, 1978 e 1984). Da Garzanti pubblica nel 1984 Insistenze. Cinquanta scritti 1976-1984, affilata critica del “nichilismo” degli anni Ottanta, e, dopo la caduta del Muro, Extrema ratio. Note per un buon uso delle rovine. Del 1991 è Non solo oggi. Cinquantanove voci (Ed. Riuniti), “dizionario” di temi e parole-chiave di mezzo secolo di lavoro culturale. Attraverso Pasolini (Einaudi, 1992) riassume la tormentata storia dei loro rapporti. Il suo testamento poetico, Composita solvantur, esce da Einaudi nel 1994, l’anno in cui Fortini muore a Milano il 28 novembre. Nel 1996-97 esce postumo Disobbedienze, scritti sul manifesto 1972-1994 (prefazione di Rossana Rossanda), nel 2003 il Meridiano Saggi ed epigrammi e nel 2014, sempre per Mondadori, Tutte le poesie (entrambi a cura e con introduzione di Luca Lenzini).

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