letteratura, movimenti, pensiero critico, nel secondo dopoguerra italiano e europeo
Il presente ripropone l’esigenza di un sapere critico del capitalismo globale in cui viviamo. Il sistema mediatico e la politica corrente sembrano non trovare il tempo di guardare lontano e altrove, prigionieri come sono della vorticosa routine e dell’autoconservazione. A sollevare lo sguardo possono contribuire testimonianze, autori e libri come quelli che, con il secondo ciclo di “altronovecento”, proponiamo all’attenzione di tutti gli interessati.
Mercoledì 23 maggio 2012 ore 21
Paolo Volponi
Tra letteratura, industria e politica
Ne discutono tra loro e con i presenti
Alfonso Berardinelli
ed Emanuele Zinato
Paolo Volponi (1924-94) è contemporaneamente, nei decenni centrali della sua vita, uno dei massimi responsabili della multinazionale Olivetti (alla cui gestione partecipano decine tra letterati, urbanisti, sociologi, storici, economisti) e una tra le voci più originali della narrativa italiana del Secondo dopoguerra, forse l’ultima. I suoi anni “industriali”, dalla metà dei Cinquanta in poi, s’intrecciano con la stagione più felice e prolifica della produzione letteraria: Memoriale è del 1962, del 1965 La macchina mondiale, Corporale esce nel 1974. E se La strada per Roma esce nel 1991 (due anni dopo Le mosche del capitale, in cui sono poste in tensione l’esperienza olivettiana e quella successiva in Fiat), è pur vero che si tratta del rifacimento di un “romanzo di formazione” concepito tra metà anni Cinquanta e primi Sessanta. Nella parte finale della sua vita, poi, dal 1983 al ‘93, nel decennio della caduta del Muro e dell’implosione dell’esperienza sovietica, Volponi è impegnato come senatore comunista: della sollecitazione politico-letteraria originata dall’esperienza parlamentare, reca testimonianza il volume postumo: Paolo Volponi, Parlamenti, a cura di E. Zinato, Ediesse 2011.
Alfonso Berardinelli ha insegnato Letteratura contemporanea all’Università di Venezia fino alle dimissioni volontarie nel 1995. Ha pubblicato tra l’altro: Il critico senza mestiere (Il Saggiatore, 1983), La poesia verso la prosa (Bollati Boringhieri, 1994), L’eroe che pensa (Einaudi, 1997), La forma del saggio (Marsilio, 2002 e 2008) e, con H. M. Enzesberger, Che noia la poesia (Einaudi, 2006). Tra i suoi ultimi libri: Casi critici. Dal postmoderno alla mutazione (Quodlibet, 2007); Poesia non poesia (Einaudi, 2008). Nel 2011 è uscito da Quodlibet Diario. 1985-1993, riproduzione fotografica integrale dell’omonima rivista redatta a quattro mani da Berardinelli e Piergiorgio Bellocchio.
Emanuele Zinato insegna Teoria della Letteratura all’Università di Padova. Ha scritto sugli stili della critica e sui rapporti tra razionalità scientifica e campo letterario, curando, tra l’altro, il video Primo Levi, la memoria, il lavoro, la scienza (2005). Nel 2007 ha curato il libro-intervista Alfonso Berardinelli, il critico come intruso (Le Lettere). Il suo ultimo libro è Le idee e le forme. La critica letteraria dal 1900 ai giorni nostri (Carocci, 2010). Tra i massimi studiosi di Paolo Volponi (a cui ha dedicato una monografia nel 2001), ne ha curato: Scritti dal margine (Manni 1994), Poesie 1946-1994 (Einaudi 2001), Romanzi e prose (3 voll., Einaudi-Nue, 2022-2003) e il sopracitato Parlamenti.
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