Fìdeg
Fegato, in dialetto nordemiliano, ma come esclamazione ha una portata evocativa più ampia; bisogna provare a esclamarlo mangiando un po’ la parola e allora si capisce. A Piacenza è usata molto per via di un fegato etrusco con iscrizioni di nomi di divinità ritrovato negli scavi archeologici e conservato nel museo civico.
Piacenza
Ubertoso borgo padano. Lo dice l’intellettuale Fofi nell’introduzione di un libro. In realtà il critico Fofi non dice che quel borgo ubertoso è Piacenza ma io lo so, me l’ha detto ancora una volta Nello Benazzi che col critico Fofi ha lavorato gomito a gomito e poi ci ha litigato. A Piacenza trovi tante cose soprattutto negozi di vestiti, di scarpe e concessionarie di fuoristrada e, dicono, la piacentinità; che però non so cosa sia. Pare che a Piacenza siano nate o cresciute o transitate molte persone leggendarie. Facciamo alcuni nomi: Cristoforo Colombo, Charles Dickens, Edgar Allan Poe, due generazioni della famiglia Bach che suonavano in San Savino e Santa Brigida, Giuseppe Verdi, che comprava le scarpe in via Calzolai, Franz Kafka, il Minotauro ritiratosi a fine carriera in esilio volontario da Crosso al quartiere popolaresco di Sant’Agnese, Teognide di Megera, William Shakespeare, Clodia in arte Lesbia morosa di Catullo. Poi Marina Fiordaliso, Barbara Chiappini e Giorgio Armani. Ci sono molti esperti araldici che di anno in anno scoprono che quasi tutti i personaggi della storia mondiale, a parte Hitler e Stalin, e della mitologia, a parte Sisifo e Tantalo, hanno radici piacentine. Gli stessi esperti stanno ora rivisitando la questione omerica e mi sa che presto ci saranno delle sorprese. Piacenza è la capitale culturale dei piacentini, e va orgogliosa di questo primato che le altre città, per becera invidia, non le riconoscono. Ed è anche il posto con il più alto tasso di piacentinità di tutto il mondo: un altro primato che, sempre per becera invidia, nessun forestiero ha il coraggio di ammettere. I piacentini sono dei discreti saltatori, in senso sessuale, ma lo fan di nascosto e poi si vanno a confessare: cosa abbastanza facile visto che a Piacenza c’è pieno di chiese. Anche di caserme e di cardinali. Per questo pochi hanno fatto il militare. Allo stadi di calcio Garilli il cittadino di Piacenza tiene per il Piacenza; se però comincia a perdere tifa per l’avversario, imitando l’accento della squadra ospite: per questo il dialetto piacentino è così ibrido. Il piacentino quando pensa è libero pensatore. Quando non pensa anche. Quando lavora è un gran lavoratore, quando non fa niente anche. Piacenza è piena di gran lavoratori e liberi pensatori.
Benazzi Nello
Personaggio chiave della contestazione giovanile, nominato 148 volte nel romanzo, senza contare il titoletto qui sopra che col titoletto fa 149. è a piede libero per miracolo o per puro caso e, comunque, per l’elevato tasso di errore giudiziario che rende l’Italia la pecora nera nel panorama della giustizia europea. Insegna filosofia al liceo, scrive sulle riviste di filosofia, ma la maggior parte delle riviste di filosofia lo fanno vomitare per non parlare delle riviste letterarie. Se decidete di fare una vacanza con lui evitate di andare all’estero perché alle frontiere, quando gli chiedono se ha qualcosa da dichiarare, per un irrefrenabile e mai sopito istinto rivoluzionario dice mi dichiaro prigioniero politico, con tante inutili complicazioni. Lo trovate di pomeriggio da Angelo, che è un bar che serve i caffè normali, i caffè macchiati e i marocchini che però Angelo chiama moretti per evitare della facile ironia visto che il posto è frequentato prevalentemente da marocchini, a parte Nello Benazzi, Piergiorgio, Aldo Salami, Rigo Ferri, Sandro Zani e me. Angelo serve anche dei bianchi a poco prezzo. Di sera, se non è a casa a corregger ei compiti e a dar via dei due che la matita presto trasforma in sei-sei e mezzo, è dal Gnasso, trattoria tipica vicina alle mura farnesiane, che fa la critica del presente.
Piollare
Alle volte con un esempio si avanza di dar tante spiegazioni.
1 commento:
la piolla ferri, la piolla ferri
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