Ad oggi la realtà comunale si confonde in una marmellata di posizioni determinate unicamente da interessi “
politici” (la mera appartenenza ad un’etichetta) o “
speculativi” (il ragionare secondo le convenienze) e la democrazia si riduce al primato dell’economia sulla politica.
In questi cinque anni alcuni episodi hanno visto su fronti opposti il centrosinistra in Comune e una sua minoranza più critica. Parliamo in primis della questione della delocalizzazione dell’area ex-Acna ma anche a quella di Via Venturini e agli sviluppi del progetto sul Palazzo degli Uffici. Tre vicende in cui la minoranza si è distinta per il valore dei suoi protagonisti, che hanno adottato una linea di non accettazione passiva, che hanno avuto il coraggio di opporsi dall’interno, che hanno poi convinto e coinvolto in questa impresa altre componenti politiche, e che infine hanno ottenuto il supporto indispensabile dei forum di autorganizzazione partecipata nati nella società piacentina.
Non è esattamente quello che pensavamo di mettere in piedi cinque anni fa e non ci possiamo rassegnare a una situazione che prosegua a senso unico. Democrazia e confronto sono spesso state oscurate da un atteggiamento di chiusura e di indisponibilità al dialogo. Peccato, crediamo che ragionare sia meglio che curare. Per questo ci stiamo impegnando in un progetto che è essenzialmente di partecipazione, perché il momento della delega è certamente importante ed essenziale, ma non può essere l’unico momento di coinvolgimento del cittadino. Partecipazione è ascolto continuo, partecipazione è dialogo e progresso in armonia con la comunità. Partecipazione è un atto di vita quotidiana, il respiro di una città che non si ferma mai.
Francesco Serio
(Foto: Il degrado dell'ex Acna)
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