Proponiamo la sistematica trasparenza e divulgazione delle negoziazioni fra pubblico e privato in tema urbanistico e di singoli interventi, delle regole ivi sottese (da definire ex-ante e non soggette esse stesse a negoziazione) e delle valutazioni dei vantaggi collettivi dei progetti urbani, che pesino correttamente anche costi e benefici su salute, qualità della vita, limitatezza della risorsa paesaggio. All’autoritarismo, che magari nasconde reciproci favori tra potere forte politico e poteri forti “altri”, opponiamo il principio della costruzione pubblica e condivisa dei quadri di significato e degli obiettivi riguardanti il complesso delle condizioni locali, prevedendo anche la discussione seria e aperta sulle possibili alternative all’iperconsumo, alla competitività territoriale e alla crescita ad ogni costo. Non può più essere rimandato un reale processo di partecipazione urbanistica, chiaramente impostato, che coinvolga anche i soggetti meno garantiti, che non avvilisca la responsabilizzazione e la fiducia costruite nel suo svolgimento. Molteplici sono le tecniche partecipative attuabili, ben altro sono le derive neo-corporativiste del piano strategico, le generiche raccolte dei bisogni o i convegni di informazione, anche se di alto livello, magari a decisioni già prese.
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